LE PROSPETTIVE
“
Arriverà nei primi venti entro un paio d’anni”, disse di lui a fine 2013 Yevgeny Kafelnikov, quando lo vide raggiungere i quarti a Mosca ancora minorenne. Sbaglia anche il “Kaf”, ma stavolta solo per la fretta. Perché il futuro del ragazzone di padre armeno (alla Agassi) sembra già tracciato, come la bordata lungolinea quando la palla gli arriva comoda sul rovescio. Magari non vincerà uno Slam, ma fra i campioni che verranno c’è anche una sedia col suo nome. E Karen ha le idee chiare per occuparla a lungo, e pure l’uomo giusto da far sedere con lui: Galo Blanco. Uno che la stessa corsa l’ha già vinta qualche anno fa, da navigatore di Milos Raonic. Molti lo ricorderanno raggiungere i quarti al Roland Garros del ’97, altri vincere l’ATP di San Marino due anni dopo. Da buon spagnolo Anni ‘90 aveva un tennis totalmente diverso da Khachanov, ma mica è sempre un male. “
Non servono qualità simili, conta capirsi a vicenda. Noi ci capiamo, ed è per questo che Galo mi ha aiutato tantissimo. Ma l’arrivo è lontano, nel mondo dei ‘pro’ bisogna sempre migliorare”. O lavorare. O crescere. Tre parole che ripete a nastro, come un mantra per convincere in primis sé stesso. Il lavoro mentale si percepisce in come pesa ogni frase o non si scomponga mai. Il tono è sempre lo stesso, lo sguardo pure, ma gli occhi azzurri non mentono. Si illuminano una volta sola, quando dice numero uno del mondo. “
È il mio sogno, ma andiamoci piano”. Gli obiettivi possono diventare un problema, meglio starci alla larga
. È una delle ricette dei big.
Gli altri protagonisti delle Next Gen Finals:
DENIS SHAPOVALOV (Bisti)
BORNA CORIC (Caldara)
JARED DONALDSON (Bisti)
HYEON CHUNG (Bisti)
DANIIL MEDVEDEV (Caldara)