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Udienza su un caso di doping... il 1 maggio

È il curioso caso di Alize Cornet. La francese ha saltato tre controlli in meno di dodici mesi: rischia uno o due anni di squalifica. Alize contesta il terzo “no show”: sostiene che nel giorno del mancato controllo era regolarmente a casa e di non avere colpe. Sentenza prevista tra qualche settimana: Roland Garros a rischio?

Il 1 maggio sarà un giorno di festa per quasi tutti i lavoratori. Per molti, ma non per Alize Cornet. La francese si trova a Londra, dove proprio oggi si terrà l'attesa udienza per conoscere il suo destino. Alize ha violato le norme antidoping, saltando tre controlli tra il 2016 e il 2017: per un'infrazione del genere, la sanzione potrebbe essere di uno o due anni. Per evitare problemi di natura disciplinare, la federtennis francese non l'ha convocata per i match di Fed Cup contro Belgio e Stati Uniti, mentre lei ha proseguito nella sua attività nonostante la faccenda fosse emersa durante l'Australian Open. Dovesse essere ritenuta colpevole, rischia grosso. I tre mancati controlli, detti tecnicamente “no show” sono avvenuti tra il novembre 2016 e l'ottobre 2017. Come è noto, ogni giocatore sottoposto al protocollo WADA deve dare un'ora al giorno di reperibilità, in cui gli addetti all'antidoping lo possono cercare. Se – per qualsiasi ragione – non viene effettuato il prelievo, si può parlare di “no show”. Se le infrazioni sono tre in un anno, scatta automaticamente la procedura disciplinare. Dopo aver proclamato a gran voce la sua innocenza, Alize ha giocato così così negli ultimi mesi. Era nervosa, spesso arrabbiata, anche con i membri del suo team.

“UN ENORME FRAINTENDIMENTO”
Ha giocato il suo miglior torneo a Charleston, dove è arrivata nei quarti dopo un buon successo su Caroline Garcia. La decisione del Tribunale Indipendente potrebbe arrivare poco prima del Roland Garros, torneo molto significativo per ogni giocatore francese. Ancora di più per Alize, che nel 2007 si è aggiudicata la prova junior. In caso di condanna potrà appellarsi al CAS di Losanna, ma senza alcuna garanzia che l'eventuale squalifica venga sospesa. Il dibattito verterà su un unico punto: detto che i mancati prelievi di sangue o urine ci sono stati, la Cornet dovrà dimostrare che, in almeno un'occasione, il prelievo non è stato possibile per una circostanza totalmente fuori dal suo controllo. E che era in buona fede. A quanto pare, il “no show” discutibile è l'ultimo. “In quel caso non ho commesso nessun errore. Era a fine di ottobre, ero a casa mia ma gli addetti non mi hanno potuto raggiungere. C'è stato un enorme fraintendimento – ha detto la Cornet in un'intervista di qualche settimana fa, rilasciata all'Equipe – per questo spero che questo episodio si possa chiarire: ripeto, non sono colpevole”. Sempre parlando con l'Equipe, un avvocato che ha chiesto di mantenere l'anonimato, ha detto che la difesa “Non parte mai favorita in questo tipo di situazioni”. Tra qualche settimana sapremo il destino agonistico di Alize. È comunque curioso che l'udienza sia stata programma proprio il 1 maggio. Sono proprio cambiati i tempi.

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