All'improvviso, Mischa Zverev. Certo, lo sappiamo che questa edizione verrà ricordata per il ritorno di Roger, ma la partita che lo Zverev sbagliato - ma siamo proprio sicuri che sia lui l'errore? - ha giocato contro Andy Murray è stata qualcosa in più di una semplice epifanìa. È stata una conferma: abbiamo ragione noi. Si può, ancora. Nonostante le Luxilon, nonostante i quadricipiti da culturisti, si può ancora giocare a tennis, basta essere dei veri giocatori. Come Mischa, che ha semplicemente messo il numero uno del mondo davanti a una serie di problemi dei quali non conosceva la soluzione, perché non li ha mai dovuti studiare. Quel rovescio tagliato e molle, non il back usato da tutti che ormai è un semplice interludio per riprendere fiato tra i bombardamenti. Quel dritto senza peso. E soprattutto, quel gioco verticale, sempre in avanzamento: mi riprendi lo smash? E io torno a rete, a mettere la palla in zone del campo a te sconosciute, a toglierti dalla tua zona di confort per farti avventurare in terre vicine ma ignote.
Questo era il tennis, questo può essere ancora. E attenzione, non è questione di rovescio a una mano, colpo diventato simbolo di tutto quel che stiamo perdendo. Alcuni anni fa, a Roland Garros, chiesero a Luca Bottazzi, che ne capisce e molto, perché Federer avesse fatto tanta fatica a battere uno sconosciuto ragazzino belga, tale David Goffin:
«Perchè non è abituato a incontrare dei giocatori di tennis» fu la risposta. Colpire, colpiscono tutti. E sono tutti grossi, con polmoni inesauribili. Ma essere un giocatore di tennis è un'altra cosa. Goffin fa impazzire gli avversari, mandandoli ai matti con le sue geometrie. Grigor Dimitrov... stiamo zitti che forse è tornato. Nel nostro elenco dei diversi ci eravamo perfino dimenticati di inserire Mischa Zverev. Il tennis è ancora una cosa meravigliosa.
(*) Articolo pubblicato su Il Tennis Italiano di febbraio, in edicola in questi giorni
MARCO IMARISIO
Purtroppo, mentre scriveva questo articolo, Marco si trovava in Centro Italia, per raccontare i terribili accadimenti di quelle zone colpite da terremoto, frane, slavine. Perché lui è uno dei maggiori inviati del Corriere della Sera: era a Baghdad quando hanno arrestato Saddam Hussein, ha passato settimane all'Isola del Giglio a seguire la vicenda della Costa Concordia e di Francesco Schettino e così via. È uno dei più grandi conoscitori dei fatti del tragico G8 di Genova, ma è anche un fanatico di tennis. Lo testimonia un sms inviato al direttore durante una conferenza stampa di un noto politico: «Help! Persa password Eurosport Player, mi puoi aiutare? È urgente!»
Marco Imarisio racconta:
ANY GIVEN MONDAY (marzo 2011)
MY WIMBLEDON (giugno 2011)