MOMENTI DA RICORDARE
Non vuole parlare del futuro, forse perché è tempo di riflettere sul passato, su una carriera lunga ed emozionante, in cui è stato top-10, ha vinto 5 titoli ATP in singolare (con 24 vittorie sui top-10) e 18 in doppio, comprensivi di due Slam. Radek ha fatto divertire col suo tennis aggressivo, divertente, con due volèe eccezionali. A suo tempo, lo stesso Djokovic disse che erano le migliori del circuito. E poi ci sono state le love story, specie con le colleghe: Martina Hingis, Nicole Vaidisova (si sono addirittura sposati, poi lasciati dopo 3 anni) e Petra Kvitova. Senza contare quelle presunte. Un tipo simpatico, divertente, cresciuto nell'epoca delle racchette di legno, quando il mondo era ancora separato tra est e ovest, con in mezzo un muro. Uno come Radek non nascerà più, ma è possibile che sia lui, se dovesse intraprendere la via dell'insegnamento, a ridare dignità a un certo tipo di tennis, trasmettendolo ai giovani connazionali. Con Radek Stepanek se ne va una delle ultimissime tracce degli anni 90, quando il tennis era ancora analogico prima di una digitalizzazione che ha prodotto i tennisti di oggi. E magari uno Stepanek digitale potrà vivere la stessa emozione che lui ha provato nel 2012, vincendo l'ultimo punto nella finale di Davis contro la Spagna, superando Nicolas Almagro. “È stato il momento più bello della mia carriera. Ma quello più intenso è stato cinque anni prima, sempre in Davis, quando ho battuto Wawrinka nel singolare decisivo. Mi ero fatto male al ginocchio, a un cambio di campo mi disperavo, mi chiedevo perché proprio a me. Ma il dottor Kolar mi diede sicurezza. E lì è cambiato tutto”.