MODELLO NISHIKORI
Avvolto dall'ingombrante presenza della Cina, Taiwan ha una buona tradizione tennistica, specie se relazionata a un bacino umano così così. Hanno Su Wei Hsieh, grande doppista e ottima singolarista (che quest'anno si diverte a battere le big: Muguruza in Australia, Halep a Wimbledon), mentre tra gli uomini il migliore è Yen Hsun Lu, ex numero 33 ATP noto per due motivi: ha raggiunto i quarti a Wimbledon 2010, quando vinse una grande partita conro Andy Roddick. Inoltre, è il più titolato di sempre nei tornei Challenger, con ben 28 titoli. Aveva sviluppato le sue qualità atletiche di notte, quando aiutava suo padre nella suo mestiere di... cacciatore di polli. Più tradizionale la crescita di Tseng, da sempre allenato da papà Yu Te. “La mia famiglia è sempre stato il mio più grande supporto nel tennis. Mio pare è il mio allenatore, dagli inizi fino a oggi – ha detto Tseng, che per un paio d'anni è transitato in Spagna, presso la Tennis Group Academy di Marbella – devo ringraziarli per avermi sempre sostenuto”. Da buon asiatico, Chun Hsin ha scelto di idolatrare Kei Nishikori. “Penso che sia il miglior giocatore asiatico: il mio stile è simile al suo, quindi vorrei diventare come lui”. Lo ha incontrato quattro anni fa, quando si trovava presso l'IMG Academy per giocare l'Eddie Herr Championships. “Ho seguito un suo allenamento con Nick Bollettieri e alla fine gli ho chiesto una foto. Penso di averla messa sul mio profilo Facebook”. Tutto qui: il suo atteggiamento ricorda un po' quello del giovane Hyeon Chung, che cinque anni fa perdeva la finale contro Gianluigi Quinzi. Non sembrava pronto per affrontare le insidie ambientali, ancor più tecniche, del tennis. Poi abbiamo visto fino a dove si è spinto. Tseng può intraprendere un percorso simile, anche se è ancora piccolino. 175 centimetri non sono molti, nel tennis attuale. La pensa così Peter Fleming, che ha commentato la finale per la BBC. C'è ancora qualche margine di crescita, ma soprattutto l'esempio di Nishikori ad alimentare la fiducia. Se non arrivi al metro e ottanta, diventare numero 1 del mondo sembra impossibile. Ma un posto tra i top-5 si può ottenere, eccome. Tseng ci metterebbe la firma?