LA DIFFERENZA TRA MAESTRO E COACH
Detto, fatto. Nell'epoca di un utilizzo sfrenato dei social network, Zverev ha scelto Instagram per pubblicare un paio di immagini. La prima lo vede in allenamento a Flushng Meadows, sotto lo sguardo impassibile di Lendl. L'altra è una foto di gruppo con tutto il team. Non manca nessuno: il padre, Jez Green e il neo arrivato. “Benvenuto nel team, Ivan Lendl” ha scritto. E allora la suggestione prende forma. A 21 anni, il tedesco ha deciso che non c'è tempo da perdere. Non vuole aspettare fino ai 25, come successo a Murray (che dovette perdere quattro finali prima di vincerne una, proprio come Lendl), ma vuole mettere la freccia. Lo Us Open è il torneo ideale, vuoi per le condizioni adatte al suo gioco, vuoi perché è quello in cui Lendl ha fatto le cose migliori: otto finali consecutive dal 1981 al 1988, vincendone tre. Padre di quattro figli e molto legato alla moglie Samantha, Lendl era rimasto nel tennis con il ruolo di consulente per la USTA, dando una mano ad alcune giovani promesse americane. Niente vincoli, però: la federazione americana lo paga come consulente esterno. Per tornare a respirare l'aria del tour, beh, aveva bisogno di qualcosa di uno stimolo importante. E cosa c'è di meglio di un ragazzo che è già un top-player, ma ha esattamente lo stesso blocco che aveva vissuto in prima persona, 35 anni fa? La filosofia di Lendl è chiara: poca tecnica, tanta fine psicologia. A Flushing Meadows, insomma, non dobbiamo aspettarci uno Zverev tecnicamente diverso. D'altra parte c'è molta differenza tra un maestro e un coach: “Il maestro ti insegna a tirare dritto e rovescio, il coach ti insegna a usare le qualità nel modo migliore”. Ma c'è qualcosa su cui Lendl non transige: la disciplina. Nella sua carriera da coach, ha ereditato ciò che aveva imparato da ragazzino, quando frequentava il Centro Tecnico della federazione cecoslovacca, a Ostrava. E allora, punizioni e multe per chi spacca una racchetta, per chi porta il cappellino all'indietro e per chi arriva in ritardo agli allenamenti. Quest'ultimo punto era stato contestato da Juan Carlos Ferrero al principino di Amburgo. Ammesso che fosse vero, state certi che con Lendl non sgarrerà.