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Riccardo Bisti
03 September 2017

La Nuova America sogna con i “ragazzi”di Lendl

L'ex n.1 del mondo è a capo di un progetto sperimentale supportato dalla USTA: cinque ragazzi, massima disciplina e punizioni per ogni sgarro. Chi ha lanciato una racchetta durante l'Orange Bowl avrebbe dovuto servire i senzatetto il giorno di Natale. Sono tutti impegnati allo Us Open Junior.

Negli Stati Uniti non hanno il timore di lanciare i giovani tennisti, anche a costo di bruciacchiarli. Due delle otto wild card per il main draw dello Us Open sono riservate a chi vince i Campionati NCAA e a chi si aggiudica il Campionato Nazionale Under 18. Quest'anno la sorte è toccata a Patrick Kypson, ragazzo di 18 anni che ha la fortuna di essere seguito da Ivan Lendl. Già, quel Lendl che ha giocato otto finali consecutive di questo torneo (vincendone tre) e che adesso segue – con meno frequenza di prima – Andy Murray. Due anni fa la USTA lo ha coinvolto in un programma sperimentale e lui, severo come sempre, sta trasmettendo ai baby americani i suoi metodi di allenamento. Prima regola: disciplina. Se lanci una racchetta, devi fare 5.000 passi. Se indossi il cappellino al contrario, sono 3.000. E poi c'è una punizione di 1.000 passi per ogni minuto di ritardo all'allenamento. “Lendl è un fanatico, per questo siamo fortunati a lavorare con lui” dice Kypson. Secondo Ivan il Terribile, questa tipologia di allenamenti potrebbe giovare agli americani come accadde a lui, a inizio carriera, nella ex Cecoslovacchia. “Durante il mio periodo di crescita, a Ostrava, c'erano dei centri di allenamento che ci accoglievano durante la settimana e poi tornavamo a casa nei weekend – racconta Lendl – fu una grande occasione per mettere insieme le risorse, trascorrere più tempo sul campo, giocare più palle e avere a disposizione strutture e allenatori”. È stato proprio Lendl a proporre il progetto: alla USTA non è parso vero dargli la possibilità di collaborare.

DIFFERENZA TRA MAESTRO E COACH
Martin Blackman, ex buon giocatore che oggi si occupa del settore tecnico, spera che si possa ritrovare un attenzione al tennis giovanile come accadeva negli anni 80, e che “per qualche ragione” si è persa a partire dagli anni 90. D'altra parte, i risultati del 21esimo secolo sono lì, impietosi, a raccontarci cosa è successo. Lendl non è il solo coach del team: ovvio, visto che si occupa anche di Murray. La supervisione quotidiana dei ragazzi è affidata a Sylvain Guichard e Leo Azevedo, che però è stato sostituito da Dean Goldfine (ex coach di Roddick). Tuttavia, Lendl si presenta diverse volte all'anno per sessioni di 7-10 giorni. Ivan è molto fiducioso: a suo dire, i ragazzi sono molto in gamba. “Altri coach sono più attrezzati per il lavoro quotidiano, ma loro sono molto interessati ad apprendere dalla mia esperienza, dalla mia conoscenza delle varie situazioni di gioco. Ricordatevi che c'è molta differenza tra un maestro e un coach. Il maestro ti insegna a tirare dritto e rovescio, il coach ti insegna a usare le qualità nel modo migliore”. Il team originario contava su otto ragazzi, ma due di loro sono andati all'Università, rimandando i sogni da professionista. Brandon Holt (figlio di Tracy Austin) E J.J. Wolf. Ha abbandonato il progetto anche Sebastian Korda, figlio del mitico Petr, che ha scelto di lavorare esclusivamente col padre. Sono dunque rimasti, oltre a Kypson, Sam Riffice, Oliver Crawford, Gianni Ross e Vasil Kirkov. Il progetto è a lungo termine, nessuno vuole mettere fretta a questi ragazzi.

PROGRAMMA DI SVILUPPO FINO AI 21 ANNI
Per ora emerge Kypson, che ha raggiunto le semifinali a Wimbledon Junior. Anche Kirkov ha ottenuto buoni risultati, ma soprattutto in doppio. Anche gli altri si sono fatti valere a livello nazionale e di tornei giovanili. Tutti e cinque prenderanno parte allo Us Open Junior, al via in queste ore, sempre a Flushing Meadows. “Lendl ci aiuta individualmente, ma anche a sviluppare un legame tra noi – dice Riffice – sa che siamo grandi agonisti e ci lascia discutere, sa che c'è grande pressione. In una situazione del genere, chi non vorrebbe avere la possibilità di lavorare con lui?”. Facendo qualcosa di simile a quanto accade in Italia, dove è stato ripristinato il settore degli Over 18, anche la USTA ha deciso di estendere il programma di sviluppo. Prima era destinato fino ai ragazzi di 18-19 anni, adesso la federazione si prenderà cura dei baby tennisti fino ai 21 anni di età. Per ora il progetto è solo al maschile, poiché vorrebbero trovare una figura di egual prestigio tra le donne. Lendl non è assunto dalla USTA, ma viene pagato come collaboratore esterno. Lui ragiona sul lungo termine: ad esempio, l'anno scorso Riffice ha perso la testa durante un match all'Orange Bowl. Ha perso 6-0 6-0 e ha scaraventato la racchetta oltre la recinzione. In teoria, avrebbe potuto essere escluso dal progetto per cinque mesi. Invece Lendl ha pensato a una punizione alternativa: trascorrere il giorno di Natale a servire una zuppa calda ai senzatetto. Ai responsabili della mensa dei poveri non è piaciuta la motivazione, dunque hanno rifiutato la proposta di Riffice. Allora, Lendl lo ha spedito a dare lezioni di tennis ai veterani e ai bambini nella zona di Orlando. I parenti del ragazzo, ben contenti della punizione, gli hanno tolto 500 dollari dal suo salvadanaio personale. “Questi ragazzi hanno grandi obiettivi – conclude Lendl – ho una grande responsabilità nei loro confronti. Credo di fare un lavoro migliore perché amo quello che faccio, e i ragazzi lo sanno. Anche questo mi fa sentire bene”.

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