SCELTA DEGLI ORGANIZZATORI
Fino all'anno scorso, la regola era riservata ai tornei WTA International, i più piccoli. Dal 2018 è stata estesa a tutto il circuito WTA, ad eccezione dei Premier Mandatory. Roma non ne fa parte e, paradossalmente, è stata la sua fortuna. Tuttavia, esistono normative specifiche per i WTA Premier 5 (categoria di cui fanno parte gli Internazionali BNL d'Italia). La priorità per le due wild card va alle top-10, scelte dalla WTA per permettere al torneo di rispettare la “Player Commitment Formula”. Di che si tratta? Semplicemente, il numero minimo di top-10 che devono comporre il tabellone. Per un Premier Five, il numero minimo è sette. Significa che Roma ha diritto ad avere almeno 7 top-10 in gara. Qualora non si arrivasse a tale numero, una o due Top-20 Wild Card andrebbero a top-10 non iscritte (ricordiamo che le più forti hanno l'obbligo di giocare quattro dei cinque Premier 5, quindi hanno diritto a saltarne uno). Per il “disturbo” è previsto un incentivo di 50.000 dollari. Se gli obblighi non vengono rispettati, i tornei ricevono un indennizzo: 100.000 dollari se ci sono 6 top-10, 200.000 se ce ne sono 5, 350.000 se ce ne sono quattro o meno. Non sarà il caso degli Internazionali, che possono contare su tutte le top-10 (più Serena Williams e Victoria Azarenka, che si sono iscritte con il ranking protetto, rispettivamente 1 e 6). Esaurita la priorità, la “Top 20 Wild Card” può essere data “dal direttore del torneo” a qualsiasi giocatrice che faccia parte della categoria che vi abbiamo descritto qualche riga fa. Fino all'anno scorso, la facoltà del direttore del torneo era limitata alle sole top-20 WTA. Adesso, le giocatrici selezionabili abbracciano molte più categorie, tra cui le "ex campionesse Slam", tra le quali rientra la Schiavone. Se WTA e torneo non utilizzano questa possibilità, il posto (o i posti) in tabellone va (vanno) alla/e prima/e giocatrice/i esclusa/e dal main draw. Si tratta di un passaggio importante perché, leggendo il regolamento, la scelta di consegnare la wild card alla Schiavone non sarebbe stata della WTA, bensì degli organizzatori. Un gesto di distensione dopo la freddezza dell'anno scorso. È chiaro che Francesca non avrà gradito di non essere stata tra le prime scelte, ma a caval donato non si guarda in bocca.