CHE REAZIONE NEL TIE-BREAK
Lo ha fatto, intascando un 7-6 6-2 che lo spinge verso la finale contro John Isner, con il quale ha vinto tre volte su tre, peraltro con un precedente proprio a Miami. Difficile dire se sarà favorito, visto il gran rendimento mostrato da Isner, ma questo Zverev sembra finalmente al top. Contro il volenteroso Carreno, giocatore in grado di esprimere un livello costante, medio-alto, per lunghissimi periodi di tempo, non ha concesso neanche una palla break. E ha giocato benissimo anche negli altri settori del gioco. Eppure ha dovuto tribolare, soprattutto nel primo set. In un clima favorevole allo spagnolo (ma nulla a che vedere col clima da Davis creato durante la prima semifinale), ha dovuto rimontare da 0-30 sul 5-5, ma soprattutto si è trovato in svantaggio 3-0 nel tie-break. "In quel momento mi sono detto di non parlare tra me e me, queste cose le lascio ai pazzi!" ha detto Sascha. Nel momento del bisogno, ha espresso il meglio di sé. Prima ha accorciato il campo, costringendo Carreno a giocare molto lontano dalla linea di fondo, poi lo ha finito con parecchi colpi vincenti, sia con il dritto che con il rovescio. Spaventoso il rovescio lungolinea con cui è salito 6-4, procurandosi due setpoint. Per qualche misteriosa ragione, la regia non lo ha mostrato al rallenty. Ogni vincente era accompagnato da urla e manifestazioni di gioia fin troppo plateali, come se fossero indirizzare a qualcuno. Chissà se c'era Ferrero nei suoi pensieri. Di sicuro, nel secondo set ha giocato come se fosse su una nuvola.