DUE PERSONAGGI, UNA BELLA PARTITA
Borna Coric (classe 1996) è il simbolo del duro lavoro, di chi è disposto a passare ore e ore sul campo da tennis pur di sfondare. Con lui non si può usare la retorica del ragazzo sfuggito alla guerra, poiché è troppo giovane per aver vissuto gli orrori degli scontri armati nei Balcani. Anzi, è venuto al mondo quando erano già stati siglati gli accordi di Dayton. Però è un bel tipo, Borna. Tempo fa si paragonò a Djokovic (non voleva essere presuntuoso, anche se qualcuno l'aveva fatto passare come tale), e in effetti lo ricorda in alcune movenze. Non ne sarà l'erede, ma intanto ha scelto di farsi allenare da Riccardo Piatti, laddove a suo tempo era transitato Nole. Ancora più facile creare suggestione attorno a Denis Shapovalov (classe 1999). Figlio di russi, nato in Israele, cresciuto in Canada, svezzato da mamma Tessa (presente in tribuna anche oggi), che a suo tempo mise su Youtube le immagini del figlio per raccattare qualche contributo. Ciò che colpisce, tuttavia, è lo stile di Denis. Si pensava che nel 21esimo secolo non ci fosse più spazio per uno come lui, dal tennis brillante e aggressivo, di puro istinto, col rovescio a una mano e una naturale predisposizione per il gioco di volo. Essendo mancino, qualcuno ha già scomodato paragoni pesanti (John McEnroe) o addirittura blasfemi (Rod Laver). Tra i due è venuta fuori una bella partita, frutto di un evidente contrasto di stili. In due ore e venti l'ha spuntata il più esperto, 7-6 4-6 6-4. Sarà pure un ragazzino, ma Coric ha giocato circa 150 partite in più. Nell'occasione, è più corretto dire che Shapovalov ne ha 150 in meno. Si è visto nell'ultimo game, indegno di un match così bello e vivace. Il canadese è piombato in un tunnel di tre doppi falli, a cui si aggiunge un facile dritto sparacchiato fuori di metri. Nei quarti ci va Coric, bravo a vincere un fantastico scambio di 33 colpi a chiudere il game precedente. Col senno di poi, si può dire che quel punto abbia tagliato le gambe a Shapovalov. Insomma, un pomeriggio da raccontare e forse da ricordare, specie se i due sapranno mettere in piedi una bella rivalità.