DEPRESSIONE, YOGA, RINASCITA
Sembra presunzione, in realtà sa quello che dice. Anni fa, dopo il ritiro dall'attività agonistica, ha trascorso un lungo periodo di depressione. In poco tempo, ha perso i nonni e la nipotina di quattro anni, scomparsa per un tumore al cervello. Per quattro anni non è venuto fuori, adesso sta meglio ma certe cose segnano per sempre. E allora ha saputo comprendere i momenti difficili della Bertens. Prima delle WTA Finals, dove avrebbe giocato in doppio insieme a Johanna Larsson, le ha chiesto quando si sarebbero allenati. Lei gli rispose che non sapeva se si sarebbe presentata. “Ho dovuto contare fino a 10 e poi a 20, ma poi il nervoso è svanito” ha raccontato Sluiter, che nel Manic Monday londinese ha manifestato più soddisfazione per l'atteggiamento in doppio (dove peraltro Bertens e Larsson hanno perso) che per il successo in singolare. Fine psicologia da coach. Tra i segreti della nuova Bertens c'è lo yoga, pratica che l'aiuta a trasferire un certo stato mentale sul campo da tennis. “Sono una persona di grande energia e lo yoga mi aiuta a restare calma quando mi vengono i nervi. Riesco a stare tranquilla, funziona”. A inizio anno, Kiki aveva fissato un obiettivo: divertirsi, giocare e fare il punto della situazione a fine stagione. “Per adesso va bene, ovviamente viene il dubbio se potevo fare meglio qualcosa o vincere qualche partita in più. Ma riesco a godermi la mia avventura nel tour”. Anche perché, nei momenti peggiori, è il caso di ricordare il tumore alla tiroide che nel 2014 l'aveva spaventata a morte, al punto da non rivelarlo quasi a nessuno. Nel mondo del tennis lo sapeva soltanto Richel Hogenkanp. Adesso Kiki sta bene e sogna ad occhi aperti, una semifinale a Wimbledon che varrebbe l'infinito. Per ottenerla, dovrà battere Julia Goerges. “Siamo amiche, è capitato di andare a cena insieme, di giocare qualche doppio. Lei ha un gran servizio e sarà dura. Io dovrò rimandare più palle possibili ed essere il più aggressiva possibile. Potrebbe essere un match simile a quelli con Venus e Pliskova”. L'esito, chissà.