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Marco Caldara
18 January 2017

“Hai quasi 33 anni, quando ti ricapita?”

Alle radici di una delle migliori vittorie di Andreas Seppi, ci sono la maturità e la tranquillità di chi non deve più dimostrare nulla. “Questa vittoria mi fa capire che sto lavorando bene, e posso togliermi ancora qualche soddisfazione”. Kyrgios lamenta problemi al ginocchio, fa autocritica (“devo prendere più seriamente l’off-season”) e tira un paio di frecciatine a John McEnroe.
Viene da un paesino dell’Alto Adige, a oltre sedicimila chilometri di distanza, ma negli ultimi anni fra Andreas Seppi e la città di Melbourne si è creato un rapporto speciale. Fino al 2013 all’Australian Open aveva vinto tre incontri in sette partecipazioni, poi è scattato qualcosa. Ha sfiorato due volte i quarti, ha battuto sua maestà Roger Federer, ed è proprio nel primo Slam dell’anno che è tornato a farsi vedere ad alti livelli, dove è mancato per tutto il 2016. Contro Nick Kyrgios ha giocato con la spensieratezza di chi sa che una sconfitta non è un dramma e una vittoria non cambia la carriera, perché il grosso l’ha già dimostrato, e ha tirato fuori dal cilindro una delle sue vittorie migliori. “Dopo i primi due set persi – ha detto in conferenza stampa – ho pensato che ho quasi 33 anni (li compirà il 21 febbraio, ndr), e non mi ricapiterà spesso di giocare in una cornice così, davanti a tutta questa gente. E allora mi sono detto di non mollare, di provarci fino in fondo. Altrimenti che senso ha allenarsi tanto?”. In realtà non ha potuto nemmeno farlo molto, a causa del viaggio di nozze ma anche dell’ormai classica infiltrazione all’anca diventata obbligatoria un paio di volte all’anno, che lo obbliga a due settimane di inattività. Ma è bastato comunque per presentarsi a Melbourne in ottime condizioni. “Questa vittoria mi fa capire che sto lavorando bene, e posso togliermi ancora qualche soddisfazione. Mi ricordavo il match di due anni fa: c’era un conto aperto. Sapevo come sarebbe potuta andare, e ho cercato di concentrarmi sul mio gioco e pensare il meno possibile a cosa stesse succedendo dall’altra parte del campo. I due set a zero non mi hanno preoccupato: due anni fa era successo lo stesso a me, e aveva vinto lui. Ho pensato di poter fare lo stesso”. E l’ha fatto, bene, guadagnandosi la chance di centrare gli ottavi per la terza volta. Lo attende il belga Darcis, buon giocatore, ma da battere. “Sarà una bella occasione per entrambi, abbiamo la stessa età e ci conosciamo da una vita. È un avversario pericoloso, di talento. Ha una buona mano, gioca un tennis aggressivo. Spero di recuperare a dovere e di partire meglio rispetto a oggi. Mi aspetto un match molto aperto”. Aperto o meno, l’importante è che a chiuderlo sia lui.
COACH IN ARRIVO PER KYRGIOS?
Prima di Seppi – non è prassi, ma succede praticamente sempre così – davanti ai microfoni dei cronisti si è presentato lo sconfitto Kyrgios, che ha visto le sue ambizioni di titolo cancellate addirittura al secondo turno: uno dei suoi peggiori risultati Slam in carriera. Visibilmente deluso, Nick ha fatto alcune riflessioni sensate, altre meno. Ma nel bene o nel male vale sempre la pena ascoltarlo. “Sono molto dispiaciuto, ma è stato anche un match divertente. Seppi è un bravo ragazzo e ha meritato la vittoria: ha lottato, ha giocato bene e servito alla grande. Non mi butterò giù troppo per questa sconfitta, sarebbe potuta andare veramente in un altro modo. Mi dispiace per i fischi ricevuti alla fine, non è una bella sensazione sentirli dopo una sconfitta per 10-8 al quinto set. Non sono riuscito a prepararmi a dovere per questo torneo e nel corso dell’off-season ho fatto un paio di cose che non rifarei. Ma è colpa mia: si vive e si impara”. Gli hanno chiesto a cosa alludesse, e ha risposto di aver giocato troppo a basket, finendo per rimediare dei problemi a un ginocchio. “Credo di dover iniziare a prendere il periodo di off-season con maggiore serietà, serve a gettare le basi per l’intera stagione. E credo di dover iniziare a pensare di più anche al tema allenatore, per me è sempre un punto di domanda. Credo non ci sia nessun giocatore senza coach fra i primi 100 del mondo, eccetto me. E questo deve cambiare. Al di là del ginocchio, la ragione principale della sconfitta di oggi è mentale. Quindi assumere un coach può essere una buona idea”. Kyrgios ha spiegato che a causa del ginocchio si ritirerà probabilmente dal doppio con Daniel Evans (altro grande protagonista di giornata, 3-6 7-5 6-3 6-3 a Marin Cilic), ma quando gli hanno chiesto se il dolore fosse acuto ha sfruttato l’assist per lanciare una frecciatina a John McEnroe, che l’ha accusato di non essersi impegnato a dovere nelle fasi finali. “Chiedetelo a lui. Lui sa tutto”. Stessa risposta quando, dopo aver ammesso che sta ancora lavorando con uno psicologo (“e va molto bene”), gli hanno domandato se fosse con lui a Melbourne Park. Visto come ha buttato alle ortiche la vittoria, e come l’ha presa con filosofia, conviene sperare non sia così. “Sono dispiaciuto, ma pazienza. Il mondo va avanti comunque. Ho perso un match”. Fosse solo quello il problema…
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