Per comprendere la qualità del 2018 di Andreas Seppi è sufficiente dare uno sguardo all’ATP Race, la classifica che tiene conto solamente dei punti maturati nell’arco della stagione. Malgrado un mese abbondante di stop, che l’ha costretto a saltare i primi due Masters 1000 dell’anno, l’altoatesino si trova al momento numero 19, con 716 punti.
Un bottino di lusso messo insieme in appena otto tornei, sufficienti a cambiare completamente le prospettive della sua stagione. Un 2017 opaco aveva lasciato il timore che a certi livelli non l’avremmo più visto, invece dopo un terzo dell’anno nuovo eccolo di nuovo fra i primi 50 del mondo, a oltre due anni dall’ultima volta, senza più l’ombra di una perplessità e con buone chance di ritoccare il numero di titoli conquistati in carriera, fermo a tre ormai dal 2012. Una missione più vicina dopo
il successo per 6-4 7-6 contro Nikoloz Basilashvili, che l’ha portato in semifinale al Gazprom Hungarian Open di Budapest e ha garantito all’Italia un derby con vista finale, visto che sabato pomeriggio alle 14 l’avversario di Andreas sarà Marco Cecchinato, che
in mattinata aveva fatto fuori Jan-Lennard Struff. Seppi l’ha seguito portando a casa una partita delicata: poteva perdere sia il primo sia il secondo set, invece li ha fatti suoi entrambi. “
Penso di aver giocato un match solido – l’analisi dell’azzurro –,
riuscendo a tenere alta la concentrazione e giocando molto bene nei momenti importanti”. È vero:
nel primo set ha recuperato due volte un break di svantaggio e poi ha vinto un game cruciale sul 4-4, risalendo da 0-40 con l’aiuto del servizio, mentre nel secondo ha rimontato da 1-3 e poi ha cambiato passo nelle fasi finali, trovando quel pizzico di continuità che ha fatto la differenza nel tie-break. Gli ha regalato una semifinale che sulla terra mancava dall’estate di tre anni fa, ad Amburgo.