Redazione
17 February 2020

Figli d’arte, quando il tennis è una "condanna"

Casper Ruud, figlio dell’ex top 40 Christian, è il nuovo campione dell’Atp di Buenos Aires. Scopriamo alcuni dei tennisti nati da genitori illustri: da Stefanos Tsitsipas ad Alexander Zverev, passando per Taylor Fritz e le promesse del tennis del futuro


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Foto Ray Giubilo

Con la vittoria dell’Atp di Buenos Aires, Casper Ruud ha marchiato definitivamente il proprio nome nella storia del tennis norvegese. Un percorso netto, culminato con la vittoria in finale sul portoghese Pedro Sousa, che ha consentito al tennista di Oslo di diventare il primo giocatore del suo paese ad affermarsi in un torneo del circuito maggiore. Casper, con un torneo meraviglioso nel quale ha lasciato per strada solo un set in semifinale, è arrivato lì dove non è riuscito a giungere suo padre Christian, professionista di tutto rispetto che nel lontano 1995 ha raggiunto il suo personale best ranking al numero 39. Proprio nello stesso anno, oltre ad aver conseguito il suo miglior piazzamento Slam con il quarto turno degli Australian Open, si spinse fino all’ultimo atto dell’Open di Svezia, dove fu però battuto con un duplice 6-4 da Fernando Meligeni. Curiosità? Anche il brasiliano può vantare nel suo albero genealogico un papabile “successore”: si tratta del nipote Felipe Meligeni, 21enne tennista di Campinas attualmente fuori dalle prime 300 posizioni, ma che nella giornata di domani avrà l’onore di affrontare a Rio de Janeiro, nella sua prima apparizione Atp, il numero 4 del mondo Dominic Thiem.

Foto Ray Giubilo

Stefanos Tsitispas non ha certo bisogno di presentazioni. Oltre al papà-coach Apostolos, ex tennista che in carriera “vanta” solo una presenza in un torneo di doppio Itf nel 2015, pochi conoscono la storia della madre, talento per lo più inespresso del tennis russo. Julija Sal'nikova, che in carriera non è mai riuscita ad entrare nelle top 100 Wta, è stata una giocatrice di altissimo livello: in una carriera giovanile costellata di successi, Julia è divenuta anche la numero 1 del ranking mondiale juniores, salvo poi disattendere le aspettative con una carriera “pro” al di sotto delle previsioni: “Ho giocato molto a livello nazionale ed attorno ai 16-17 anni sono diventata la numero 1 russa – aveva dichiarato in un’intervista del 2015 - ma anche al di fuori dei confini ho ottenuto discreti risultati, con tre finali disputate ai campionati giovanili continentali. A 20 anni, però, decisi di smettere per dedicarmi allo studio, frequentando l’università di Mosca, dove ho intrapreso la facoltà di giornalismo. Dopodiché ho provato a riprendere l’attività, girando soprattutto in Europa e ho raggiunto al massimo una posizione vicina alla numero 100 del ranking.”


Foto Ray Giubilo

Aleksandr Michajlovič, padre di Mischa e Alexander Zverev, è stato un ottimo tennista degli anni ‘80. Dai più viene ricordato, più che per i risultati, per aver rappresentato l’URSS in Coppa Davis nel 1979, anno in cui è diventato un professionista a tutti gli effetti. Con un best ranking al numero 175 Atp, conseguito nel 1985, il tennista sovietico ha conseguito appena 3 vittorie nel circuito maggiore a fronte di ben 16 sconfitte. Gli acuti più grandi della sua carriera si collocano nelle Universiadi 1983 e 1985: nella prima riuscì a salire nel gradino più basso del podio strappando un bronzo, mentre due anni dopo sbaragliò la concorrenza ottenendo l’oro sia in singolare che in doppio. Dal 1991 vive ad Amburgo, dove insieme a sua moglie Irina Vladimirovna Fateeva, anche lei tennista e allenatrice, hanno cresciuto i loro figli considerati a tutti gli effetti giocatori tedeschi.

Foto Ray Giubilo

Se Guy Fritz è stato un modesto professionista, mai riuscito ad abbattere il muro della top 300, Kathy May, madre della giovane promessa statunitense, è stata una tennista di assoluto livello. In carriera la giocatrice di Beverly Hills vanta un titolo Wta nel singolare nel 1976, oltre agli ottimi piazzamenti ottenuti nelle prove dello Slam. Sia nel Roland Garros che negli Us Open, infatti, ha raggiunto i quarti di finale, mentre a Wimbledon nel 1977 ha conseguito il quarto turno. Ottima giocatrice anche nella specialità del doppio, a Giugno dello stesso anno ha fatto irruzione nella top 10 del ranking mondiale. Proverà presto ad emularla il figlio Tayor, che ha avuto una carriera più che luminosa a livello junior e sta cercando di ritagliarsi il suo spazio tra i pro: attualmente l’americano è al numero 36 Atp, ma le potenzialità fatte intravedere a livello giovanile lasciano presagire ad un futuro ancor più radioso.

Foto Ray Giubilo

Sì giovanissimi, ma anche estremamente promettenti: Sebastian Korda, Martin Joseph Damm e Flavio Cobolli, prima ancora che essere figli d’arte, rappresentano una buona fetta dell’élite del tennis giovanile.


Il primo, dopo aver praticato hockey dall’età di tre anni, decise di dedicarsi al tennis dopo aver accompagnato il padre nell’edizione 2009 degli Us Open. Petr Korda, classe 1968, è stato un tennista ceco che ha raggiunto picchi altissimi in termini di risultati: best ranking al numero 2 Atp, finale nel Roland Garros 1992 e la splendida vittoria 6 anni dopo negli Australian Open sono solo alcuni dei risultati ottenuti dal tennista di Praga. Ritiratosi nel 2000, anche a seguito della squalifica combinatagli per positività ad un controllo anti-doping a Wimbledon 1998, ora Petr è allenatore a tempo pieno di suo figlio, nato e cresciuto in Florida insieme alle due sorelle golfiste Jessica e Nelly. Nel sangue del giocatore di Bradenton scorre sangue tennistico anche grazie alla madre Regina Rajchrtová, anche lei professionista di alto livello che 1991 ha raggiunto il 26esimo gradino della classifica Wta.

Sebastian ha già fatto il suo debutto in una prova del Grand Slam agli Us Open 2018, mentre a livello Challenger ha già dimostrato di sapersi ben districare avendo ottenuto a 20 anni ancora da compiere già due finali.



Classe 2003, Martin Joseph Damm Jr è una promessa del tennis a stelle e strisce. Ha raggiunto a livello giovanile le semifinali sia al Roland Garros che agli Us Open: proprio a New York nell’edizione appena trascorsa, il 16 enne americano insieme al suo compagno Toby Kodat è divenuto il tennista più giovane dell’Era Open a vincere un match di doppio nello Slam americano. Non un caso, considerando che il papà Martin Damm ha vinto la bellezza di 40 titoli in doppio tra cui la splendida affermazione nel 2006 proprio a Flushing Meadows.

Lì dove il padre, con un best ranking al numero 46 Atp, raggiunse del 1997 il terzo turno anche in singolare, Damm Jr ha scritto una piccola pagina di storia del tennis mondiale, in attesa di crescere e confrontarsi con palcoscenici sempre più prestigiosi.


Flavio è, invece, un vanto tutto italiano. Con ottimi risultati nei vari Grade in giro per il mondo, il figlio dell’ex professionista Stefano Cobolli si sta mano facendo largo affermandosi come uno dei giovani più in ascesa dell’intero panorama mondiale. Il padre, classe ‘77 che ha raggiunto il best ranking alla posizione numero 236 ATP nel novembre del 2003, quando da poco era diventato padre, è ora un apprezzato allenatore che però ha inizialmente scelto di non collaborare con suo figlio: “Credo che sia stata la scelta giusta far crescere Flavio con altri coach. Il rapporto tra allenatore e tennista deve avere un certo distacco, quindi è molto difficile che questo accada tra genitore e figlio. Nel nostro caso particolare abbiamo caratteri molto forti e quindi non sarebbe stato facile trovarci in ruoli diversi da quelli che abbiamo in famiglia”.



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