Sì giovanissimi, ma anche estremamente promettenti: Sebastian Korda, Martin Joseph Damm e Flavio Cobolli, prima ancora che essere figli d’arte, rappresentano una buona fetta dell’élite del tennis giovanile.
Il primo, dopo aver praticato hockey dall’età di tre anni, decise di dedicarsi al tennis dopo aver accompagnato il padre nell’edizione 2009 degli Us Open. Petr Korda, classe 1968, è stato un tennista ceco che ha raggiunto picchi altissimi in termini di risultati: best ranking al numero 2 Atp, finale nel Roland Garros 1992 e la splendida vittoria 6 anni dopo negli Australian Open sono solo alcuni dei risultati ottenuti dal tennista di Praga. Ritiratosi nel 2000, anche a seguito della squalifica combinatagli per positività ad un controllo anti-doping a Wimbledon 1998, ora Petr è allenatore a tempo pieno di suo figlio, nato e cresciuto in Florida insieme alle due sorelle golfiste Jessica e Nelly. Nel sangue del giocatore di Bradenton scorre sangue tennistico anche grazie alla madre Regina Rajchrtová, anche lei professionista di alto livello che 1991 ha raggiunto il 26esimo gradino della classifica Wta.
Sebastian ha già fatto il suo debutto in una prova del Grand Slam agli Us Open 2018, mentre a livello Challenger ha già dimostrato di sapersi ben districare avendo ottenuto a 20 anni ancora da compiere già due finali.
Classe 2003, Martin Joseph Damm Jr è una promessa del tennis a stelle e strisce. Ha raggiunto a livello giovanile le semifinali sia al Roland Garros che agli Us Open: proprio a New York nell’edizione appena trascorsa, il 16 enne americano insieme al suo compagno Toby Kodat è divenuto il tennista più giovane dell’Era Open a vincere un match di doppio nello Slam americano. Non un caso, considerando che il papà Martin Damm ha vinto la bellezza di 40 titoli in doppio tra cui la splendida affermazione nel 2006 proprio a Flushing Meadows.
Lì dove il padre, con un best ranking al numero 46 Atp, raggiunse del 1997 il terzo turno anche in singolare, Damm Jr ha scritto una piccola pagina di storia del tennis mondiale, in attesa di crescere e confrontarsi con palcoscenici sempre più prestigiosi.
Flavio è, invece, un vanto tutto italiano. Con ottimi risultati nei vari Grade in giro per il mondo, il figlio dell’ex professionista Stefano Cobolli si sta mano facendo largo affermandosi come uno dei giovani più in ascesa dell’intero panorama mondiale. Il padre, classe ‘77 che ha raggiunto il best ranking alla posizione numero 236 ATP nel novembre del 2003, quando da poco era diventato padre, è ora un apprezzato allenatore che però ha inizialmente scelto di non collaborare con suo figlio: “Credo che sia stata la scelta giusta far crescere Flavio con altri coach. Il rapporto tra allenatore e tennista deve avere un certo distacco, quindi è molto difficile che questo accada tra genitore e figlio. Nel nostro caso particolare abbiamo caratteri molto forti e quindi non sarebbe stato facile trovarci in ruoli diversi da quelli che abbiamo in famiglia”.