
Tc Milano A. Bonacossa: rinnovarsi con stile
Una tradizione centenaria, una club house di prestigio, due grandi manifestazioni come Lambertenghi e Bonfiglio. Senso di appartenenza e nuove sfide da vincere sono la linfa vitale del Tc Milano A. Bonacossa, un circolo che ha l’ambizione di dare ai giovani la migliore formazione

HPM, a Sesto San Giovanni il tennis ad alto rendimento
Ufficialmente da settembre, ma nella pratica già da qualche mese al Tennis Club Sesto San Giovanni è operativo un nuovo progetto innovativo e scientifico nato da un’idea di Marco Crugnola, dell’ex pro Alessandro Da Col e del presidente Stefano Maldifassi, ex responsabile di Milan Lab

Io sono maestro. E allora?
È la categoria più importante, perché avvicina i giovani al tennis. Eppure, il lavoro di insegnante non è giuridicamente riconosciuto, e dà poca sicurezza. Un'associazione a tutela dei maestri non si riesce proprio a crearla: una situazione difficile in cui la Fit e la categoria devono dividersi le responsabilità.

La notte in cui Andrea batté Andre
Andre Agassi era in pieno Farewell Tour, ma pur sempre n.22 ATP, mentre Andrea Stoppini non è mai entrato nei primi 150, e aveva vinto il primo match nel Tour il giorno precedente. Eppure, quella notte del 2006 a Washington, con le Fischer segate in officina, gli riuscì l'impresa che vale una carriera.

Matteo Berrettini, the great italian hope
A suon di risultati, Matteo Berrettini è diventato la più grande speranza del tennis italiano. Siamo andati a trovarlo nella sua Roma, al CC Aniene, dove si è costruito un progetto di giocatore forgiato da Vincenzo Santopadre. Matteo ha tracciato la sua strada: "I top-100 non sono un punto d'arrivo".

Le ultime cartucce di Andreas Seppi
Dal rapporto con coach Sartori a quello con papà Hugo, dalla scommessa lanciata da Alexander Vorhauser a quanto l’ha cambiato il matrimonio con Michela. Ottantadue minuti a cuore aperto con Andreas Seppi, per parlare di presente, passato e un futuro che (dice) difficilmente sarà nel tennis.

Pircher, il talento che non si allenava
Mancino, talento enorme, voglia di sacrificarsi nulla. Ljubicic se lo ricorda ancora: «Mano deliziosa, ma era uno dei più pigri che abbia mai conosciuto». Ha vinto match con le scarpe slacciate, la racchetta rotta e fatto ammattire ogni coach abbia provato a raddrizzarlo. Ora ha trovato pace nell’hotel di famiglia.

Il prete che gioca i tornei di «quarta»
L'ordinazione a sacerdote aveva fatto passare l'amore per il tennis in secondo piano, ma dopo 15 anni Don Paolo è tornato in campo. Tra una messa e una confessione è arrivata anche l’attività FIT, ma tennis non è solo tenersi in forma: «Credo che il buon Dio lo usi come forma di evangelizzazione».

Quando Delpo perse contro... un barista
Una dozzina d’anni fa Juan Martin Del Potro raccoglieva un solo game contro il torinese Massimo Ocera. Non si è mai avvicinato al tennis che conta, ma è un personaggio tutto da scoprire. Che una volta mollata la racchetta ha trovato altre strade: poesia, musica e un bar-vineria che gestisce a modo suo.

Il favoloso mondo di Camila Giorgi
Non è facile mettere il naso nell’universo di Camila Giorgi. Lei parla poco, mentre papà Sergio è un fiume in piena: ha sempre fatto tutto da solo, mentre ora ha capito che qualche mano da fuori può fare comodo. Ma non più quella della FIT. I Giorgi guardano al futuro, promettendo dei titoli Slam.

Manolo Jorquera e la bicicletta maledetta
Il Daily Mail lo ha scovato perché è stato il giocatore di più bassa classifica ad aver mai sconfitto Novak Djokovic. Ma la carriera di Manolito poteva prendere ben altre strade se a 14 anni non avesse avuto un maledetto incidente in bicicletta. Ora, da maestro, aiuta giovani speranze cinesi.

Pedrini e la vittoria contro… il n.1 ATP
Fra i partecipanti alle pre-qualificazioni degli Internazionali d’Italia c’era anche un ex "pro" che – anche se nel lontano 2003 – vanta una vittoria sul campione in carica Andy Murray. È Marco Pedrini, 34enne bresciano che oggi lavora nel mondo manageriale. Con due lauree appese in ufficio.

“Prima i pazienti”. E il medico salta la finale
Da chi salta un turno in ospedale per giocare a tennis, come da caso finito su tutti i giornali a fine febbraio, a chi ha fatto l’opposto, rinunciando a una finale di quarta categoria in nome del dovere. Si chiama Giovanni Sirianni, ha 39 anni e fa il cardiologo in un ospedale di Bergamo.

Pazienza e sangue freddo. È Stefano Napolitano.
Avrà pure 21 anni, ma Stefano Napolitano è ben più maturo della sua età. Era il fanalino di coda, oggi guida la Next Gen italiana. “Da noi c'è la cultura del 'tutto e subito'. Non mi interessa, ma non mi accontento: mi piace investire”. Come un certo Raonic...