Tra poche ore, scatterà la Laver Cup. Tra i più accesi promotori dell'evento c'è Roger Federer, che ha speso molte energie e credibilità per darle un ruolo di rilievo nel calendario mondiale. “Penso che un giorno, ATP, ITF e Laver Cup si dovranno sedere a un tavolo per dirimere la questione calendario” ha detto qualche settimana fa. A quale titolo la Laver Cup abbia diritto ad avere voce in capitolo, beh, non si sa. Di sicuro avrà una forte esposizione mediatica, peraltro meritata, visto l'ottimo lavoro promozionale. Ma Roger proviene dalla Svizzera: alle sue spalle e a quelle di Stan Wawrinka c'è un tennis in difficoltà, costretto ad affidarsi a un giocatore “prelevato” dalla Finlandia, peraltro con grande fortuna: le norme attuali impediscono di schierare un giocatore che ha già rappresentato una nazione. Quando la norma è entrata in vigore, tuttavia, Henri Laaksonen aveva già scelto collezionato presenze con la Svizzera. Le sue due vittorie non sono bastate, lo scorso weekend, a evitare un'umiliante sconfitta contro la Svezia. L'incontro si è giocato a Biel, presso il Centro Tecnico di Swiss Tennis, laddove si è anche tenuto un torneo WTA, rapidamente spostato a Lugano. In effetti è girato tutto male agli svizzeri. In particolare, la serie è stata segnata dall'infortunio di Marc Andrea Huesler. Avanti due set a zero e 4-1 nel terzo, è stato colto da un problema fisico a una gamba e si è arreso in cinque set. Sul 2-2, avrebbe potuto scriversi una storia fantastica: in campo è sceso Sandro Ehrat, ex promessa del tennis elvetico, con un passato da top-300 ATP ma n.1.211 al momento del match (oggi è già salito al n.844 perché gli sono entrati i punti di una finale Futures). Per diventare un piccolo eroe, gli sarebbe bastato battere il n.1094 Jonathan Mridha.