Riccardo Bisti
23 November 2017

Un prodigio di tecnologia per la finale di Davis

Alla scoperta dello Stadio Pierre Mauroy di Lille, talmente bello che i francesi lo hanno scelto anche se si trova a due passi dal Belgio. Principalmente utilizzato per calcio e rugby, può essere configurato per altre attività grazie a un sofisticato sistema che “solleva” il prato e permette di tutelare il manto erboso. Il campo per la finale è stato ultimato martedì mattina. Si giocherà sul Rebound Ace.

Un impianto meraviglioso. Spettacolare. Lo Stadio Pierre Mauroy di Lille ha già ospitato due incontri di Coppa Davis, ma ogni volta sa lasciare a bocca aperta. Incuranti della clamorosa vicinanza con il Belgio (siamo a una decina di chilometri dal confine, nonché a un centinaio da Bruxelles), la federtennis francese lo ha scelto per l'attesa finale di questo weekend, che dovrebbe restituire alla Francia una Davis che manca da ben 16 anni. Situato nella località di Villeneuve d'Ascq, è stato inaugurato nel 2012 ed è costato la bellezza di 324 milioni di euro, cifra che lo ha reso uno dei dieci impianti più costosi al mondo. Viene utilizzato con regolarità dalla squadra di calcio del Lille, ma è un impianto multifunzionale. Intitolato all'ex sindaco di Lille, nonché Primo Ministro francese tra il 1981 e il 1984, è un prodigio tecnologico in grado di accogliere 51.000 spettatori, ma anche di trasformarsi per ospitare eventi di tennis, basket, pallavolo, persino motoristici, il tutto senza stravolgere la sua funzione calcistica. A dirigere le operazioni per la finale di Coppa Davis, al via domani alle 14, è stato scelto Sebastien Hette, il quale ha svelato alcuni segreti di un maestoso impianto che in “configurazione tennis” ospiterà 27.448 spettatori. Curiosamente, il campo da tennis si trova al di sotto del prato del campo di calcio. L'operazione è stata possibile grazie a un sistema ultra-tecnologico che ha permesso di sollevare il prato di circa 6 metri (per l'esattezza 5.60), peraltro in appena 75 minuti. Una volta arrivato in quota, è stato fatto scivolare verso l'altra metà del prato e adagiato sul restante manto erboso, lasciando libera l'area dedicata al tennis.

FREDDO NELLE ULTIME FILE
Mentre l'erba viene tenuta in buone condizioni grazie a un sofisticato sistema di aerazione e di terapia della luce, l'altra metà dell'arena si è sgombrata. In meno di due giorni, le tribune erano pronte. I lavori sono iniziati sabato scorso alle 6 del mattino, subito dopo l'ultima partita del Lille. Hanno partecipato alla metamorfosi circa 500 persone, tra tecnici e operai. Non solo il campo, ma anche l'impianto audio, l'illuminazione e il riscaldamento. Per raggiungere l'obiettivo, sono stati stesi 27 km di cavi. Le luci si trovano a 17 metri da terra, mentre il tetto addirittura a 40. Uno dei problemi principali nella finale del 2014 (che si giocò indoor, mentre la recente sfida contro la Serbia si è giocata col tetto aperto) fu la temperatura. Nelle file più alte faceva un freddo maledetto, al punto che gli organizzatori distribuirono coperte agli spettatori assiepati in piccionaia. Nella parte bassa dello stadio è stato approntato un potente sistema di condizionamento, fissato a 22 gradi di temperatura, ma non è stata trovata una soluzione per le ultime file. Hette è onesto: “Abbiamo avvisato il pubblico che lo stadio non è riscaldato. Lassù ci sarà temperatura ambiente: ovviamente saremo al riparo dal vento e il tempo sembra buono, se relazionato alla stagione. Tuttavia, gli spettatori potrebbero sentire un po' di freddo. Contiamo sul calore dei 27.000 spettatori per scaldare l'ambiente!”. Il campo è stato steso in una notte: costruito in Germania, è stato spezzettato come un puzzle, confezionato e poi assemblato di nuovo. L'operazione è stata piuttosto semplice anche se svolta in extremis: la stesura è stata effettuata nella notte tra lunedì e martedì, con i lavori terminati alle 7.30 del mattino, un'ora e mezzo prima rispetto all'inizio degli allenamenti.

MEDIA VELOCITÀ
Mescola, colore, velocità e tutto quello che riguarda la superficie è stato scelto dai francesi. Si tratta di un campo in Rebound Ace, la vecchia superficie dell'Australian Open, piuttosto simile a quella utilizzata ai recenti tornei indoor di Vienna e Parigi Bercy. Definita “media” secondo i parametri ITF, è più lenta rispetto alla superficie delle ATP Finals, dove Goffin ha giocato talmente bene da arrivare in finale. La resa visiva, già spettacolare, diventerà straordinaria nel weekend. Tuttavia, Hette è già proiettato al dopo, quando l'Insalatiera avrà preso il volo e le stelle filanti della premiazione saranno già state smantellate. La FFT si è impegnata a liberare l'impianto a tempo di record. Hanno 48 ore di tempo: da contratto, lo stadio deve essere riconsegnato martedì alle 20, in modo che possano iniziare le operazioni di ripristino del manto erboso. C'è da credere che rispetteranno le scadenze: la FFT è riuscita ad ottenere l'utilizzo dell'impianto, nonostante fosse inizialmente prevista Francia-Giappone di rugby, spostata nella nuovissima U Arena di Nanterre. Adesso è tutto pronto, la parola passa al campo. “Anche se ci saranno aggiustamenti fino all'ultimo minuto – dice Hette – apriremo le porte per il pubblico alle 11.45. Fino ad allora, lavoreremo sui dettagli”.

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