Marco Caldara
13 October 2017

Sudore e grinta: è una Errani vecchio stile

È solo il primo torneo dopo la sospensione, ma il rendimento di Sara Errani al Tianjin Open non può passare inosservato. La romagnola batte Christina McHale a modo suo, in rimonta, dopo 3 ore e 11 minuti di battaglia, e al rientro nel circuito conquista la seconda semifinale del 2017. La determinazione di Sara fa sognare i tifosi: sembra quella dei tempi d’oro.
2 ore e 49 minuti per battere Beatriz Haddad Maia al secondo turno, 1 ora e 37 minuti per conquistare la semifinale in doppio insieme a Irina-Camelia Begu, ma soprattutto altre 3 ore e 11 minuti per mettere al tappeto anche Christina McHale, e guadagnare la semifinale del WTA International di Tianjin. Fanno 7 ore e 37 minuti in campo nell’arco di poco più di 24 ore, e non poteva esserci simbolo migliore per dire che sì, Sara Errani è tornata sul serio, e ha una voglia enorme di riprendersi il posto nel tennis di vertice che prima una crisi di risultati, poi tante difficoltà fisiche e – per ultimi – i due mesi di sospensione sembravano averle tolto. La strada è ancora lunghissima e complicata, ma se chi ben comincia è già a metà dell’opera, il rientro nel Tour della 30enne romagnola è da dieci, cum laude per il meraviglioso 5-7 7-6 6-1 che l’ha portata dritta dritta in semifinale al Tianjin Open, dopo una battaglia in pieno Errani-style. Un duello lungo, faticoso, lottato punto su punto e giocato sempre alla rincorsa, per cercare (e trovare) un modo per prendersi una vittoria che le consegna la seconda semifinale dell’anno, ma vale ancora di più dal punto di vista simbolico. Sia perché è la risposta a tutte le difficoltà incontrate nel periodo più buio della sua carriera, sia perché è arrivata contro la McHale, una sorta di Errani statunitense, che non ha colpi in grado di far male e perciò si affida alle sue doti di lottatrice. La vittoria serve a dare il polso delle condizioni reali di Sara, che l’aveva battuta quattro volte su quattro prima del 2016, ma poi ci aveva perso due volte in due set, come se la fighter migliore non fosse più lei. Il duello di Tianjin ha ristabilito gli equilibri.
SOFFRE, FATICA, RISCHIA, MA VINCE
Il sito WTA sembra far finta che Sara non esista, e gli organizzatori ne hanno programmato su un campo secondario anche il match dei quarti di finale, ma è il prezzo da pagare al rientro da una vicenda che ne segnerà per sempre la carriera. Tuttavia, non tutti i mali vengono per nuocere: per esempio, l’atmosfera raccolta del Campo 1 ha permesso di apprezzare ancora di più l’attaccamento al match dell’azzurra, ribadito in continuazione a suon di “forza”. L’emblema della sua vittoria è tutto nel secondo set: la romagnola è andata per quattro volte sotto di un break, e per quattro volte l’ha recuperato nel game successivo, impedendo alla McHale di allungare, ma soprattutto logorandone muscoli e nervi. Giocare contro l’azzurra, quando lo stato di forma è questo, dev’essere qualcosa di terribile: l’avversaria ha l’idea di poter fare il punto in ogni momento e da ogni angolo dal campo, perché la palla di Sara viaggia meno, pesa poco e difficilmente dà fastidio, ma poi finisce per non farlo quasi mai, perché c’è sempre sempre sempre un colpo in più da giocare, anche nella situazione più banale. Un gioco mentale che alla lunga finisce per far vacillare anche le certezze più radicate, e rende possibili traguardi lontanissimi. Oggi ha fatto diventare realtà una vittoria che è parsa un sacco di volte in grande pericolo, specie quando la McHale è arrivata a due punti dal match, sul 7-5 6-5 30-30. Bastavano due errori e fine dei sogni, invece l’azzurra i due punti successivi li ha vinti, poi ha dominato il tie-break per 7-2 e dopo due ore e mezza ha portato il match al terzo set. Una mazzata per la testa e le gambe della McHale, nuova benzina per il tennis di Sara, che nel set decisivo ha giocato quasi da sola. Si è capito subito come sarebbe finita: solo un game d’azzardi a buon fine della McHale ha evitato il bagel, ma non è servito a cambiare un finale già scritto.
A GRINTA È UNA ERRANI OLD STYLE
Il tennis dell’azzurra è rimasto lo stesso sia di quando arrivata in finale al Roland Garros sia di quando usciva dalle prime 100 del mondo, con caricone di diritto, rovescio ficcante e una mano più educata rispetto al 99% delle colleghe, nel back, come nelle smorzate o nel gioco di volo. La differenza la fa tutta una grinta che non si vedeva da mesi, forse addirittura dalla prima parte del 2016, quando il titolo più importante in carriera colto a Dubai ha dato il via a un’involuzione che di fatto non si è mai fermata. O forse non si era mai fermata, dato che a livello di voglia di soffrire, serbatoio immenso e motivazioni, la giocatrice che si è ripresentata nel Tour sembra davvero una stretta parente della Sara Errani dei tempi d’oro, e una semifinale sul duro non la raggiungeva proprio dal titolo negli Emirati Arabi. Dopo un periodo così complicato, peraltro arrivato quando in termini di risultati le cose non andavano bene già da un po’, ripartire non era per niente facile, invece Sara sta dimostrando una volta di più di non essere una giocatrice qualsiasi. A Tianjin ha già vinto cinque incontri, battendo tre top-100 una via l’altra e recuperando in un colpo solo un centinaio di posizioni in classifica (da 280 a 180), e ora può addirittura puntare a un posto in finale. Per conquistarla dovrà battere l’emergente Iryna Sabalenka, 19enne bielorussa dal tennis tiro a segno. Da una parte sembra lo stile di gioco ideale per scardinare la difesa dell’azzurra, dall’altra è quello perfetto da mandare in fretta fuori giri. È tutto nelle mani di Sara, ed è una buonissima notizia.

WTA INTERNATIONAL TIANJIN – Quarti di finale
Sara Errani (ITA) b. Cristina McHale (USA) 5-7 7-6 6-1
Aryna Sabalenka (BLR) b. Lin Zhun (CHN) 6-3 6-4
Maria Sharapova (RUS) b. Srefanie Voegele (SUI) 6-3 6-1
Shuai Peng (CHN) b. Sara Sorribes Tormo (ESP) 6-0 6-1
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