Lui cerca di stare alla larga dagli accostamenti, ma i paragoni sono inevitabili. Soprattutto se pensiamo all'estate di 4 anni fa, quando un giovanissimo Alexander Zverev (17 anni e spiccioli) vinceva il suo primo titolo Challenger a Braunschweig. Nella settimana in cui Sascha diventa numero 1 nell'ATP Race, la Germania scopre un altro campioncino. Rudolf Molleker si era già fatto notare la scorsa estate, quando aveva superato le qualificazioni all'ATP di Amburgo. Numero 497 ATP una settimana fa, è stato ammesso con una wild card al torneo di Heilbronn (vincitore del Best Challenger Award, proprio come Braunschweig: altro punto in comune) e ha finito col vincere il torneo. Era la sua terza apparizione in un main draw e non aveva mai vinto neanche una partita. Tra l'altro, ha battuto ottimi giocatori come Yannick Hanfmann e Jiri Vesely in finale. Allenato da Jan Velthuis, è da considerarsi tedesco a tutti gli effetti nonostante sia nato in Ucraina, a Severodonezk, il 26 ottobre 2000. A tre anni si è trasferito con la famiglia nei sobborghi di Berlino. La curiosità della sua famiglia è che lo stipendio lo porta a casa mamma Tathiana, dentista, mentre il ruolo del “casalingo” è toccato per anni al padre, con il quale ha condiviso le prime esperienze su campo da tennis. Molleker parla tre lingue (tedesco, inglese e russo) e – guarda caso – ha centrato questo successo due settimane dopo aver frequentato un corso della federazione tedesca, in cui c'era anche Boris Becker. “Tecnicamente so di poter essere competitivo, mentre non sono ancora costante sul piano mentale. Ho lavorato con Boris e mi ha dato alcuni consigli su come migliorare su questo aspetto. Indubbiamente, mi ha aiutato”.