Chi l'avrebbe mai detto. A quasi cinque anni dal ritiro, e a 18 mesi dall'ultima intervista, Rebecca Marino rientra nel tour. Ma quello della canadese, lontane origini siciliane (il nonno paterno era di Caltanissetta), non è un ritorno come gli altri. Non c'è di mezzo un infortunio, il doping, un calo di motivazioni. C'è qualcosa di ben più profondo, che l'aveva fatta cadere in depressione fino a spingerla a dire basta, pochi giorno dopo un'intervista al New York Times in cui aveva confessato il suo dramma: era vittima di cyberbullismo. Gli insulti sul web non le scivolavano addosso, ma ne avevano sgretolato la fragile autostima. Era scomparsa dai radar, aveva ripreso a studiare, era persino entrata nel team di canottaggio della sua università, peraltro con buoni risultati. Ma la passione per il tennis, evidentemente, è stata più forte della paura di fronteggiare di nuovo gli haters. A dare l'annuncio è stata Tennis Canada, che cinque anni fa ne aveva tutelato la privacy quando si prese il primo periodo di stop. Il rientro avverrà la prossima settimana, al torneo ITF di Saguenay, nel Quebec. Numero 38 WTA nel 2011, oggi riparte da zero. Ma i numeri non contano, forse neanche le vittorie. Rebecca (che compirà 27 anni il prossimo 16 dicembre) deve vincere la sfida contro se stessa, contro i demoni che aleggiano nella sua mente. “Sono entusiasta di tornare e giocare in Canada, soprattutto in tornei a cui ho partecipato diverse volte – ha fatto sapere tramite un comunicato, rigorosamente filtrato dalla federazione – ho preso la decisione un paio di mesi fa e ho ripreso ad allenarmi nella prima settimana di settembre. È stato un programma di allenamento abbastanza breve, ma lo sto facendo perché mi piace. Per adesso non ho nessun obiettivo di classifica e di risultati, voglio soltanto godermi il processo e raggiungere una situazione diversa rispetto a quella di prima: voglio essere felice di trovarmi sul campo e di competere. È tutto ciò che conta”.