UN MESE DI SILENZIO
La ragione principale delle speculazioni è il fatto che Murray non si fa vedere da tre settimane dalle parti di Wimbledon, dove è solito allenarsi prima dei Championships, o comunque nei periodi di recupero. Come se non bastasse, ha rinunciato a un paio di apparizioni promozionali stabilite da tempo. Allo stato attuale c'è grande incertezza: nei mesi scorsi, il suoi clan aveva inviato segnali positivi sulla sua riabilitazione, pur parlando di “alti e bassi”. Qualche settimana fa, Murray ha fatto una chiacchierata con Rafael Nadal, il quale gli ha consigliato cautela. Andy aveva ripreso la racchetta in mano a fine marzo presso l'Accademia di Patrick Mouratoglou, in Costa Azzurra. Si è allenato con il giovane scozzese Aidan McHugh e aveva dato una certa pubblicità alla vicenda, pubblicando alcune foto su Facebook con il suo partner di allenamento e poi mentre si apprestava a fare un bagno ghiacciato. Da allora, tuttavia, i suoi profili social hanno scelto altre tematiche: i play-off NBA e la lotta alla malaria. Neanche un aggiornamento sulle sue condizioni. Alcune indiscrezioni raccolte dal Telegraph (forse il più informato tra i giornali della Regina) sostengono che un rientro sul cemento americano sia la soluzione più probabile. Ci sarebbe anche un'altra scuola di pensiero: meglio restare cauti e ritardare il ritorno fino alla fine dell'anno. Nel frattempo Andy è fermo da 10 mesi: la sua ultima partita ufficiale risale a Wimbledon 2017 e da allora le prospettive non sono migliorate. Da allora, aveva pianificato diversi rientri, ma nessuno si è verificato: Us Open, Brisbane, Australian Open e adesso il Challenger di Loughborough.