Marco Caldara
30 March 2018

Lo spagnolo che fa miracoli sul cemento

È ufficialmente amore fra Pablo Carreno Busta e il cemento americano: dopo le semifinali del 2017 a Indian Wells e Flushing Meadows, il 26enne di Gijon si è guadagnato un posto fra gli ultimi quattro anche a Miami. Dopo quasi tre ore ha domato Kevin Anderson, salvando un match-point, ed è pronto alla sfida contro Zverev e Coric. Non ruberà l'occhio, ma sa come si vincono le partite.
Anni fa, quando fu chiamato a giudicare il tennis di un giovane Mats Wilander, sul suo libretto Brad Gilbert si appuntò la frase “nessun colpo speciale, vince partite”. Cinque parole che sarebbero state una costante della splendida carriera dell’ex numero uno del mondo, e oggi, con le dovute proporzioni, si adattano bene al tennis di Pablo Carreno Busta. Fino a qualche tempo fa il 26enne di Gijon sembrava destinato a rimanere uno dei tanti, di quelli che hanno sì una buona carriera ma nei libri ci finiscono a malapena, invece la sua carriera sta esplorando vette sempre nuove, con gli Stati Uniti sullo sfondo. Non vincerà sette Slam come Wilander, ma – per tornare a Gilbert – vince partite, tante e sempre più importanti. Nel 2017 è arrivato in semifinale prima a Indian Wells e poi allo Us Open, e oggi ci ha aggiunto anche Miami, prendendosi una gustosa rivincita contro Kevin Anderson, lo stesso che a Flushing Meadows gli aveva negato un’incredibile finale Slam, e l’aveva pure battuto un paio di settimane fa agli ottavi del BNP Paribas Open. Il match in Florida è stato piuttosto simile a quello in California, con l’unica e grande differenza che stavolta il tie-break del terzo set l’ha vinto lo spagnolo, passato 6-4 5-7 7-6 dopo due ore e tre quarti di emozioni alterne. Fino al 6-4 5-4 40-15 è andato tutto bene, poi i due match-point sono volati via, il servizio è andato in panne e il duello ha preso un’altra piega, fino ad arrivare a un soffio dalla tasca del numero 8 della classifica ATP quando un match-point l’ha avuto lui, sul 6-5 del tie-break, e pure col servizio a disposizione. Sarebbe stata la quinta volta in altrettanti precedenti, invece è diventata la prima di Pablo, capace finalmente di prendersi una nuova vittoria contro un top-10, la seconda in 23 occasioni, e aggiungere un’altra pagina negativa al rapporto di Anderson con i quarti di finale nei Masters 1000. Con quello di Miami fanno dieci in carriera, e la casella delle semifinali è ancora vuota.
POCO SPETTACOLO, TANTA EFFICACIA
A occhio, Carreno Busta non ha molto in più rispetto ad altri top-100, eppure fra i primi 10 ci è arrivato lui, e non tanti altri giocatori più dotati tecnicamente e fisicamente. Può sembrare una mancanza di rispetto, ma in realtà è un complimento, perché vincere tanto quando nasci Federer è facile, farlo quando madre natura ti ha dato un tennis normale è molto più complicato. Per riuscirci, Pablo sfrutta uno degli aspetti cardine del tennis, ovvero che anche una battaglia interminabile può essere decisa soltanto da uno o due punti, che possono arrivare da un momento all’altro. Conta solo farsi trovare pronti. Se Carreno Busta non avesse risposto al servizio di Anderson sul 6-5, fatto comune quando la battuta arriva a oltre due metri e a oltre duecento all’ora, la storia da raccontare sarebbe diversa, invece la palla è tornata indietro, Anderson ha sbagliato col diritto e tanto è bastato per mettere di nuovo tutto in discussione. Due punti più in là le braccia al cielo le ha alzate l’avversario, dopo che il sudafricano gli ha consegnato una terza palla del match sbagliando una facile volèe di rovescio, e poi non ha trovato la risposta sulla seconda di servizio di Carreno. Tre errori di fila che contro chi alla voce specialità ha “vince partite” bastano per perdere, anche in un torneo dove di partite lo spagnolo ne aveva vinte zero nelle prime quattro apparizioni. Non trovava il giusto feeling, mentre quest’anno ha fatto sfracelli nei primi tre match, poi nel quarto ha usato gli artigli e ora può godersi la semifinale, da giocare contro uno fra Alexander Zverev e Borna Coric. Due che sono cresciuti con l’etichetta dei predestinati appiccicata sulla schiena, eppure all’idea di trovarselo sulla propria strada non devono essere troppo felici. Sentono di poter fare tutto meglio, ma sanno che, appena la parola passa al campo, nove volte su dieci la questione si complica. Contro Carreno Busta va così.

MASTERS 1000 MIAMI - Quarti di finale
Pablo Carreno Busta (ESP) b. Kevin Anderson (RSA) 6-4 5-7 7-6
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