Riccardo Bisti
09 October 2018

L'Australian Open taglia i prezzi dei biglietti!

Bella iniziativa del primo Slam stagionale: già amatissimo dai giocatori, adesso lo sarà anche dal pubblico: saranno ridotti i costi dei biglietti, soprattutto per la Rod Laver Arena. Si parte da uno sconto di 15-20 dollari per i primi turni, fino a ben 110 per la sessione serale. L'obiettivo è avvicinare al tennis le famiglie. La prevendita scatta oggi.

Da anni, l'Australian Open è considerato lo Slam più “friendly”. Strutture fantastiche, montepremi in costante aumento e un rimborso spese di 1.000 dollari che fa tanto piacere ai giocatori, costretti a un lungo (e dispendioso) viaggio per giocare le qualificazioni. Dal 2019, potranno dire lo stesso gli appassionati. Incredibile ma vero, Tennis Australia ha deciso di ridurre i prezzi dei biglietti, adottando una policy opposta a quella di Roma: al Foro Italico, i biglietti per gli internazionali 2019 sono più o meno invariati ma con più aumenti che riduzioni nonostante il calo di spettatori di quest'anno. A darne notizia è stato l'Herald Sun, dicendo che la prossima edizione farà l'occhiolino alle famiglie: i prezzi per la Rod Laver Arena godranno di sensibili ribassamenti, che partiranno da 15 dollari per le sessioni diurne e 20 dollari per quelle serali. Non si tratta di un'operazione promozionale, bensì di una strategia vera e propria, protesa ad avvicinare al tennis gli appassionati di ogni sfera sociale. Per intenderci, ci saranno riduzioni impressionanti anche per le finali. Il biglietto base per il match clou del singolare maschile avrà l'incredibile riduzione di 110 dollari rispetto ai 415 del 2018. Si tratta di costi importanti, ma 305 dollari per una finale Slam in un contesto favoloso come la Rod Laver Arena è una cifra che si può spendere, tenendo conto che il cambio è molto favorevole (305 dollari australiani sono circa 187 euro). Costi ancora più bassi per la finale femminile: il biglietto più economico costerà 148 dollari, con uno sconto di ben 55 rispetto allo scorso anno. Non sono previsti aumenti per il “Ground”, il biglietto che consentirà di accedere a tutti i campi esterni di Melbourne Park, compresa la Melbourne Arena, terzo campo in ordine gerarchico: costerà 49 dollari australiani.

Dal 2019, la Hisense Arena sarà ribattezzata "Melbourne Arena"

BATTAGLIA A DISTANZA CON LO US OPEN
Quest'ultimo impianto è la ex Hisense Arena, cui è stato cambiato nome circa un mese fa. Scaduto l'accordo con Hisense, Tennis Australia ne ha acquistato i diritti di sponsorizzazione e ha deciso di nominarla con il nome della città. Il motivo di questa strategia dei prezzi, che la stampa australiana ha definito “ribaltamento”, è il desiderio di rendere l'Australian Open ancora più accessibile per le famiglie australiane. Lo ha detto Richard Heaselgrave, direttore commerciale di Tennis Australia. “La prossima edizione del nostro torneo offrirà al pubblico un prezzo ancora più conveniente per la Rod Laver Arena e aumenterà le possibilità per ogni appassionato di tennis – ha detto – credo che sia una grande cosa che il torneo possa offrire biglietti di valore per il fantastico scenario della Rod Laver Arena, dando ancora più scelta al pubblico”. Da buon commerciale, tuttavia, Heaselgrave ha sottolineato l'importanza e la bontà del biglietto Ground, a suo dire il tagliando con il “maggior valore” nell'intera offerta dello sport australiano. “Offrirà l'accesso a tutti i campi esterni e alla Melbourne Arena, oltre a tante offerte di intrattenimento e di ristorazione: ritengo che il Ground per l'Australian Open sia il biglietto più conveniente della città”. Naturalmente, la nuova policy dovrebbe favorire l'afflusso di sempre più pubblico e magari battere il record fatto registrare nel 2018. Da quando è stata inaugurata la nuova Margaret Court Arena i numeri sono cresciuti ulteriormente, fino a raggiungere i 743.667 biglietti venduti. Con Wimbledon e Parigi decisamente staccati, l'Australian Open è ormai in bagarre con lo Us Open per diventare lo Slam con più pubblico. Visto che Melbourne è più complicata da raggiungere (e meno attraente) rispetto a New York, gli australiani devono inventarsi qualcosa. Lo hanno fatto anche quest'anno.

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