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Riccardo Bisti
10 September 2018

Lo Us Open festeggia il record di pubblico

La costruzione del nuovo campo ha permesso di battere un record che resisteva dal 2009: 732.663 persone hanno varcato i cancelli di Flushing Meadows, 40.000 in più rispetto all'anno scorso. L'Australian Open rimane in vantaggio, ma se si considerano i dati della Fan Week... Roland Garros e Wimbledon sono lontanucci.

Lo Us Open 2018 sarà ricordato per la sfuriata di Serena Williams contro Carlos Ramos, tuttavia la federtennis americana ha ottimi motivi per sorridere. Grazie al nuovo Louis Armstrong e l'introduzione di una sessione serale anche sul secondo campo, è stato battuto il record di spettatori. Nelle due settimane di torneo, hanno varcato i cancelli del Billie Jean King National Tennis Center 732.663 spettatori. Finalmente battuto il record del 2009, quando i successi di Del Potro e Clijsters accolsero 721.059 spettatori. Gli ultimi anni non erano stati troppo felici: dal 2015, il pubblico si era attestato intorno alle 690.000 unità e non c'era stato verso di dare impulso alla biglietteria. La costruzione del nuovo gioiello, invece, ha garantito una crescita di oltre 40.000 spettatori rispetto al 2017 (quando furono 691.143). Nel suo comunicato, la USTA fa sapere che il numero complessivo ha superato le 800.000 unità se si tiene conto della Fan Week, ovvero la settimana precedente al torneo. Sommando gli spettatori del torneo ai 96.135 della Fan Week, la cifra complessiva si attesta su 828.798 unità. Dato significativo, perché rende lo Us Open 2018 il torneo più visto (dal vivo) nella storia del tennis. Si può dibattere all'infinito se considerare il pubblico della Fan Week come parte integrante del torneo. In effetti, i quasi 100.000 spettatori conteggiati dal 21 al 26 agosto comprendono il torneo di qualificazione, gli allenamenti dei giocatori, i concerti di mercoledì 22, i match di esibizione e il Kids Day. Poco importa: per la USTA è importante restare al passo di Tennis Australia. Limitandosi alle due settimane di torneo, l'Australian Open è ancora avanti: quest'anno, Melbourne ha fatto registrare la cifra record di 743.667 spettatori. Dato ancora più significativo se si pensa alla posizione geografica dell'Australia, ben più complicata da raggiungere rispetto agli Stati Uniti.

LONDRA E PARIGI SONO IN RITARDO
Eppure, negli ultimi dieci anni, la crescita di pubblico dell'Australian Open è stata straordinaria. Per intenderci, nel 2009 aveva accolto poco più di 600.000 persone e da allora c'è stata una crescita continua, mentre a New York la situazione era ormai stagnante. In altre parole, negli ultimi 30 anni (da quando è stato inaugurato Melbourne Park), la crescita media del pubblico all'Australian Open è stata del 7% contro il 3% dello Us Open. Per questo, i dati del 2018 hanno un certo valore. Ancora una volta, si conferma la superiorità di Melbourne e New York rispetto a Wimbledon e Roland Garros, i cui dati sono ben più bassi e persino minacciati da quelli di Indian Wells, di gran lunga il miglior torneo del circuito ATP-WTA. Il Roland Garros 2018 ha superato il muro dei 500.000 spettatori grazie alle qualificazioni: 480.500 persone hanno affollato Bois de Boulogne nelle sue settimane di gara, più 23.000 nelle qualificazioni. Parigi è l'unico Slam in cui il tabellone principale scatta alla domenica, giusto per avere un giorno di incasso in più. La “debolezza” del Roland Garros è l'assenza della sessione serale, che a New York e Melbourne garantisce parecchie sessioni in più. Non sono stati resi noti i dati di Wimbledon 2018, ma le cifre non sono così distanti da quelle di Parigi. Nel 2017, Church Road aveva accolto 473.372 persone. Wimbledon è lo Slam maggiormente penalizzato: non solo manca la sessione serale (e mancherà per sempre, mentre a Parigi dovrebbe arrivare dal 2020, con la copertura dello Chatrier), ma ci sono soltanto 13 giorni di gara, visto che nel Middle Sunday non si gioca (è successo pochissime volte quando il programma era in notevole ritardo a causa della pioggia). Lo Us Open rimane il più grande evento sportivo al mondo su scala annuale, ma non c'è dubbio che il tennis sia più importante in Australia rispetto a quanto lo sia negli Stati Uniti. Per adesso, tuttavia, gli americani sorridono per un dato che aiuterà la USTA a mantenere il suo impressionante fatturato. In fondo, l'obiettivo è sempre quello.

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