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Riccardo Bisti
15 September 2018

La Francia gioisce, ma a Lille è guerra fredda

Julien Benneteau e Nicolas Mahut danno alla Francia il punto del 3-0. Per i galletti, sarà la 19esima finale. Ma oltre alla gioia, c'è la polemica tra i giocatori e il presidente FFT Bernard Giudicelli. Lo hanno ignorato per tutto il weekend e gli hanno interdetto l'ingresso negli spogliatoi. Durante i festeggiamenti, si sono comportati come se non ci fosse. E il pubblico...

Lo Stadio Pierre Mauroy di Lille ha ospitato una festa a metà. Sarebbe stato bello parlare soltanto della vittoria della Francia, per la diciannovesima volta in finale di Coppa Davis. Sarebbe bello parlare della favola di Julien Benneteau, richiamato in squadra a ritiro già avvenuto e autore della risposta vincente che ha messo in ginocchio una depressa (e deprimente) Spagna. O dello straordinario carisma di Yannick Noah, probabilmente il miglior capitano nella storia della competizione. Invece bisogna raccontare di una guerra fredda, peraltro sacrosanta, tra i giocatori e la dirigenza. In particolare, lo staff tecnico che i prossimi 23-25 novembre dovrebbe ospitare la Croazia non può vedere il presidente FFT Bernard Giudicelli. Il corso, come è noto, è stato uno dei principali artefici della riforma della Coppa Davis, odiatissima dai giocatori francesi. Nelle scorse settimane vi abbiamo raccontato lo squallore e la volgarità dell'assemblea di Orlando, tra voti di scambio, promesse e favori in cambio di un “sì”. La Francia è stata tra i paesi chiave della vicenda: non solo perché ha garantito i suoi 12 voti, ma perché Giudicelli non avrebbe dovuto neanche avere il diritto di voto, dopo che – tra mille pressioni, si racconta – era riuscito a ottenere il 61% dei voti favorevoli in una mini-assemblea interna, tenutasi a fine giugno, in cui la FFT gli ha dato il via libera per votare “sì” a Orlando.

WEEKEND DI TENSIONE
Il problema è che lo statuto ITF glielo avrebbe impedito, visto che una condanna per diffamazione subita in Francia avrebbe dovuto farlo uscire dal Board ITF. Invece hanno fatto un emendamento apposta per salvarlo, tenerlo al suo posto e permettergli di votare. In Francia, tuttavia, la stampa è molto attenta e ha informato l'opinione pubblica dell'accaduto. E il weekend di Lille, stessa location in cui lo scorso anno Giudicelli diceva di aver “restituito la gloria al tennis francese” è stato colmo di tensione. Giovedì, al momento del sorteggio, Yannick Noah e i giocatori lo hanno ignorato al suo arrivo e hanno evitato di stringergli la mano prima di andarsi a sedere. Pare che a Giudicelli sia stato interdetto l'ingresso negli spogliatoi. Lui stesso, consapevole del momento di tensione, ha assunto un nuovo consulente per le comunicazioni, una figura che facesse da tramite tra giocatori e dirigenza. Non è andata troppo bene, visto che i giocatori hanno continuato a ignorarlo. La tensione è deflagrata dopo il successo, quando durante il giro di campo i giocatori, con tanto di bandiera, sono passati sotto la tribuna presidenziale e si sono comportati come se non esistesse. Mentre i tennisti hanno rapidamente abbandonato quel settore, Yannick Noah è andato ad abbracciare il suo vecchio amico Manolo Santana a pochi metri da Giudicelli. “Giudicelli non fa nulla che non sia proteso al suo interesse” ha detto all'Equipe una fonte anonima, interna alla FFT. Pare che il dirigente corso abbia l'aspirazione di diventare presidente ITF quando, l'anno prossimo, ci sarà il rinnovo delle cariche. Chissà se Giudicelli avrà l'ardire di schierarsi contro il suo amico Dave Haggerty. Per adesso, ha mostrato una notevole capacità di farsi scivolare addosso qualsiasi tipo di critica.

FAVOLA BENNETEAU-MAHUT
Sul campo, si è verificata una bella favola. Lo scorso anno, Julien Benneteau e Nicolas Mahut erano rimasti fuori dalla finale. Una serie di circostanze ha permesso loro di giocare di nuovo, insieme, per portare i bleus in finale. “Sarebbe una bella storia se dovessero darci il punto decisivo” aveva detto Noah. Lo hanno accontentato con un severo 6-0 6-4 7-6 che è stato surreale nel primo set (solo quattro punti per la Spagna), facile nel secondo ed emozionante nel terzo, quando un tie-break chiuso al sedicesimo punto ha fatto scaldare lo Stadio Pierre Mauroy. C'è stata un pizzico di paura quando Benneteu ha affossato in rete la volèe del primo matchpoint, ma si è riscattato con una risposta fulminante che ha dato il là a una festa piena di orgoglio, retorica e sciovinismo. In caso di sfida alla Croazia, giocherebbero in casa. E sarebbe tutto apparecchiato per una grande festa. Una festa a cui Bernard Giudicelli non sarebbe invitato. Tra l'altro, la guerra fredda si è estesa anche alle tribune. I membri ASEFT, il gruppo organizzato dei tifosi francesi, ha indossato magliette nere con l'hashtag #changeitback per protestare contro la riforma. Oltre alle magliette, hanno esposto alcuni striscioni con lo stesso messaggio, peraltro ottenendo l'appoggio dei tifosi spagnoli. Al nero del pubblico, la tribuna presidenziale e tutti gli invitati FFT vestivano di bianco.

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