Non cambierà mai, Nick Kyrgios. Si spera che resti così fuori dal campo, a parte gli ovvi scivoloni: la profondità dei suoi discorsi è una rarità nel mondo del tennis. Al contrario, si auspica che possa cambiare qualcosa quando impugna la racchetta. Se non per i suoi successi personali, almeno per quelli della sua nazione. Contro David Goffin c'è l'occasione per cogliere il punto decisivo e portare l'Australia in finale di Coppa Davis, a 14 anni dall'ultima volta. Gli avversari sarebbero i francesi, nella caccia all'Insalatiera numero 30. Al di là del ranking mondiale, i favori del pronostico sono per l'aussie. Nonostante una chiassosa quanto festosa bolgia dantesca, Kyrgios sembra essere nel posto giusto al momento giusto. L'ace di seconda, con il quale chiude il tiebreak del primo set, sembra essere la premessa per un incontro tutto in discesa. Fino a quel momento Nick è stato perfetto. Goffin si è difeso coi denti, 7 palle break salvate, ma nulla, proprio nulla ha potuto sul servizio dell'australiano. 90% di punti con la prima di servizio, conditi da 10 ace (dei quali 4 nei tiebreak). Ingiocabile. Ma le discese, per l'inquieto e tormentato Kyrgios, possono divenire salite, nel giro di pochi istanti. Tutte le certezze del primo set crollano all'improvviso all'inizio del secondo. L'arma del servizio si disinnesca e Goffin, vestiti i panni dell'eroe, alla prima opportunità infila il vincente del break. A servire senza correre rischi, ora, è il belga. Nemmeno l'ipotesi di un'opportunità, per Nick, di rientrare nel set. I conti sono quindi pareggiati. L'entusiasmo, la festa, la musica, la gioia del pubblico trascinano il belga.