Il rapper tatuato all'esame Murray

Aveva già prenotato il volo per l'Italia, invece Alexander Bublik è entrato a Wimbledon come lucky loser, ed inaugurerà la sacra erba del Centre Court insieme ad Andy Murray. Il NextGen russo, che ha scelto il Kazakhstan perchè ignorato dalla sua Federazione, può diventare il personaggio del futuro, in campo e fuori. Intanto promette spettacolo, e smorzate, anche contro il numero uno.
Uno dei responsabili dell'efficiente ufficio comunicazione di Wimbledon sbuffa mentre cerca di infilare in una stanzetta minuscola una quindicina di eleganti sedie bianche. "Alexander Bublik in the little interview room - annuncia, prima di concedere un sorriso -. L'ha richiesto un solo giornalista, ora ne abbiamo qui una quindicina". Quasi tutti inglesi, una volta scoperto che si trattava dell'avversario di primo turno di Andy Murray.

Gli streaming addicted lo avevano già notato perché il suo tennis non passa inosservato. Incontrato Stefano Napolitano a Roehampton mi aveva confermato che "se può inventarsi qualcosa di strano, ci prova. A Roland Garros per un set non capivo nemmeno da che parte andasse la palla. Poi è calato, ma sull'erba è pericoloso: serve a 220 all'ora...".

Bublik si presenta nella stanzetta reggendo con qualche ansia una GoPro, per filmare l'incontro con la stampa, il primo in un torneo dello Slam, al quale peraltro non avrebbe dovuto prender parte. Tra un'imprecazione e l'altra, aveva perso all'ultimo turno del torneo di qualificazione, nonostante un paio di match point salvati con altrettanti ace di seconda, a conferma che si tratta di un tipo bizzarro, dentro e fuori dal campo.

Qual è stata la tua reazione appena hai saputo di essere Lucky loser nel tabellone principale?
Stavo andando da Starbucks e avevo già prenotato un volo per andare al Challenger di Recanati quando mi è arrivato un messaggio da mio padre (anche suo coach n.d.r.). 'Giochi lunedì contro Murray' mi scrive. Chiaramente ho pensato ad uno scherzo, poi ho guardato il tabellone sulla app di Wimbledon e c'era il mio nome di fianco a quello di Murray. Ho continuato a schiacciare aggiorna-aggiorna-aggiorna come uno stupido: era tutto vero. Mi è caduto il telefono di mano: insomma, stavo per giocare a Wimbledon!

Sei nato in Russia ma hai scelto di giocare per il Kazakhstan: perché?
Direi che la questione economica è stata rilevante! In realtà ero deluso dalla Federazione Russa perché non ho mai ricevuto aiuti nonostante sia sempre stato tra i migliori delle varie categorie. Il più forte riceveva soldi e supporto tecnico, io che ero numero tre, quattro, niente. Quando è arrivata l'offerta del Kazakhstan mi sono detto perché mai avrei dovuto giocare per chi non mi aveva aiutato e ho accettato. Anche se continuò a vivere nella mia San Pietroburgo, che ho pure tatuata sul braccio.

Con una certa fierezza mostra un tatuaggio dove è disegnata la mappa dell'intera zona, Scandinavia compresa.
Nel caso dovessi perdermi... (ride)
Sull'altro braccio spunta una frase: Non mi spezzerai. Mi renderai semplicemente più forte di quello che ero.
È una frase di Eminem. Amo molto il rap e nel mio box ci sono spesso rapper russi. San Pietroburgo è la culla del rap in Russia è vicino a casa mia ci sono dei locali con gruppi famosi da noi. Anch'io riesco a fare del buon rap.
Ci fidiamo sulla parola, senza chiedere un'esibizione. Tornando al tennis, gli riferisco la frase di Napolitano.
In effetti il mio gioco è spesso imprevedibile anche per me! Parto per giocare incrociato e poi tiro lungolinea, entro per spingere forte e gioco una smorzata. È l'istinto che governa il mio tennis, nel bene e nel male. Quando vedo giocatori che scambiano per 40 colpi mi dico: "Dai... fai qualcosa ma fallo finire in qualche modo. Ecco, uno che mi piace guardare è Nick".

Nick sarebbe Kyrgios e non avevamo dubbi. Quindi ti piace guardare il tennis alla TV?
Nemmeno un po'. Preferisco giocare cinque ore che guardarlo mezz'ora. Insomma, se ci sono Federer o Nadal in tv che gusto c'è? Tanto sai che vinceranno! Guardo gli highlights e qualche volta i miei amici della NextGen.

A proposito di NextGen, cosa pensi delle nuove regole?
È bello provare qualcosa di nuovo. Certo, se perdo un break point per un nastro vincente sul servizio divento pazzo.

Quanto è difficile gestire il tuo indubbio talento?
Non è facile. Per esempio, nei Futures mi sentivo superiore agli avversari e quando andavo avanti combinavo di tutto: giocavo con la sinistra o solo smorzate. Ora però devo trovare il giusto equilibrio perché a certi livelli, mollare qualche punto vuol dire perdere la partita.

Però non cambiare troppo!
Non c'è pericolo (sorride). E comunque, se penso che per vincere siano necessarie 200 smorzate, gioco 200 smorzate.

Quanto sentirai l'emozione entrando sul Centre Court?
Tanto, come ogni volta che si sale su grande palcoscenico. Però si lavora per questo è mi sento pronto.

Hai mai visto il Centre Court?
Mi hanno accompagnato a visitarlo. Qualche foto, anche col trofeo... just in case... (scherza, ridendo di gusto e dimostrando tutta la sua giovane età n.d.r.).
Sei pronto per fare lo showman anche in questo contesto?
Se giochiamo cinque set ci sarà tempo per qualcosa di strano! A Roland Garros, sul 3 pari del tie-break decisivo ho giocato un tweener vincente è la sola cosa a cui pensavo era cercare la telecamera! Sono fatto così...

Però conta anche vincere. Le vittorie portano pure soldi.
E noi russi ci teniamo ai soldi! Chiaro che voglio sempre vincere, ma ognuno ha il suo stile per raggiungere lo scopo.

A proposito di soldi, si parla molto del match di boxe che si terrà ad agosto tra Floyd Mayweather, il più vincente boxeur della nostra epoca, e Conor McGregor, campione di arti marziali. Ė stato ribattezzato The Money Match, con 180 milioni di dollari che girano...
Se vogliono, per 20 milioni sto mezza giornata a prendere pugni da Mayweather!

Quante chance pensi di avere contro Murray?
Di sicuro entrerò in campo per vincere: che senso ha entrare in campo per perdere? Sulla terra rossa sono pessimo, ma sull'erba posso difendermi bene. Mi piace fare serve&volley, chiudere in fretta lo scambio, cercare la soluzione vincente.

Di cosa si deve preoccupare Murray?
Direi soprattutto del mio servizio.

Bublik riprende la GoPro, torna a filmare una giornata che pensava avrebbe passato a due passi dalla casa di Leopardi e che invece lo vede protagonista sul Centre Court dell'All England Club. È un tipo estroverso, consapevole delle sue capacità al limite della presunzione, talvolta oltre. Con il desiderio, che si sta trasformando in ossessione, di conquistare la celebrità. C'è bisogno di giovani speranze come Alexander Bublik per garantire un buon futuro al nostro gioco. Good luck.
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