Statistiche web
Marco Caldara
23 November 2018

Francia: serve un miracolo riuscito solo nel 1939

Era da vent’anni che la nazione ospitante non si trovava sotto per 2-0 dopo la prima giornata della finale di Coppa Davis, ed è capitato appena una volta nella storia che una squadra vincesse la finale rimontando da 0-2: l’Australia nel lontano 1939, contro gli Stati Uniti. Anche se i francesi non sembrano affatto nelle condizioni per ripetere l’impresa.
I sei set a zero della prima giornata hanno delineato uno scenario fin troppo chiaro, a maggior ragione perché Jo-Wilfried Tsonga ha lasciato il campo malconcio, e Jeremy Chardy, almeno sulla terra battuta, si è dimostrato non all’altezza di una finale di Coppa Davis. Come altre volte è stato giusto sottolineare i meriti di capitan Yannick Noah, stavolta non si può negare che abbia sbagliato qualche valutazione, forse già a partire dalle convocazioni, e le foto che lo ritraggono a testa bassa dopo il KO di Tsonga sono piuttosto emblematiche. Dal 2-0 del venerdì di Lille si porta in hotel la sua fetta di responsabilità, ma fino a che i giochi non sono conclusi la Francia fa bene a sperare nel miracolo, e lui è sicuramente l’uomo ideale per spronare i suoi ragazzi verso un’impresa che avrebbe dell’incredibile. Con un pizzico di romanticismo vien da dire che sarebbe il modo migliore per chiudere un capitolo della Davis che profuma di storia e tradizioni, per aprirne un secondo dove a dettar legge saranno i soldi, anche se per quanto visto sin qui la Croazia merita di gran lunga di conquistare la sua seconda Insalatiera, dopo quella abbracciata nel 2005 con Ivan Ljubicic (in tribuna a Lille) nel ruolo di protagonista assoluto. Per negare la gioia agli ospiti, tuttavia, i francesi non possono più sbagliare e devono rimettere in piedi una situazione che non si vedeva da vent’anni. Infatti, era dal 1998, quando la spalla di Andrea Gaudenzi costò all’Italia la finale contro la Svezia al Forum di Assago, che la nazione ospitante non si trovava sotto per 2-0 dopo la prima giornata della finale. In totale è capitato tredici volte nella storia, e non è mai successo che due giorni più tardi a sorridere fossero i padroni di casa. Infatti, nella storia della Coppa Davis si è verificata solo una volta una rimonta da 0-2 in finale: bisogna riavvolgere il nastro fino al 1939, quando l’Australia superò gli Stati Uniti a Haverford, in Pennsylvania.
NOAH NON MERITA UN FINALE COSÌ
Il compito di tenere in piedi la sfida al sabato sarà affidato a Herbert/Mahut, reduci dalla finale persa alle ATP Finals, dove hanno anche mancato un match-point contro Mike Bryan e Jack Sock. Sono una delle coppie più forti del mondo, ma contro Dodig/Pavic (o Dodig/Cilic, quest’ultimo ha detto di essere pronto per giocare tre giorni) sarà un match da 50 e 50, nel quale il pubblico – sono oltre 26.000! – dovrà necessariamente fare la sua parte. Oggi, anche a causa di due match quasi a senso unico, il clima da finale di Davis si è avvertito ben poco, e per ribaltare la situazione servirà davvero l’energia e il sostegno di tutti. Dovessero riuscire ad allungare la contesa a domenica, i francesi avrebbero comunque di fronte un 8.000 da scalare, e con pochissimo ossigeno, visto che sarà difficile ritrovare Tsonga in campo, quindi il primo incontro di domenica dovrebbe essere Cilic-Chardy. A giudicare dalle prestazioni dei due nella prima giornata vien difficile pensare a un esito diverso da quelli odierni, anche se nel tennis non è mai detta l’ultima parola. Sull’eventuale 2-2, poi, toccherebbe a Pouille contro Coric, in un match – questo sì – che potrebbe rivelarsi apertissimo. Tuttavia, sarebbe una vera sorpresa trovarli in campo domenica pomeriggio a giocarsi il ruolo di eroe del week-end. Nell’Era Open la Francia ha rimontato da 0-2 due volte: nella semifinale contro l’Italia del 1996 e nei quarti di quattro anni fa, contro la Germania. Un venerdì da incubo li obbligò al miracolo, ma fra sabato e domenica persero un set su dieci, sistemando le cose. Tuttavia, a Nancy erano favoriti, mentre a Nizza sembra tutto apparecchiato per un brutto capitombolo. L’edizione online de L’Equipe titola “venerdì nero”, e nell’universo social sono in molti a puntare il dito contro Yannick Noah. Di certo, la sua esperienza da capitano non merita di chiudersi in una maniera così ingloriosa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA