DOPPIA PARTNERSHIP
Un paio d'anni fa ha tentato la via del professionismo, giocando un paio di Futures in Belgio. “Ma mi sono reso conto che era troppo per me”. Ha capito che la via dell'insegnamento gli avrebbe dato ben altre soddisfazioni. Lo hanno chiamato a lavorare presso l'Accademia di Kim Clijsters, ed è lì che ha conosciuto Elise. Anzi, l'ha ritrovata. I due si conoscono da una vita, da quando lui aveva dieci anni. “Ci siamo allenati insieme ad Hamont-Achel e lei era una bambina di otto anni. Poi ci siamo persi di vista per dieci anni”. Prima è scoccata la scintilla sentimentale, poi quella tecnica. A dire il vero, la partnership sul campo è nata casualmente. Nel 2016, la Mertens era allenata da Rik Vleeshouwers, ma quest'ultimo finì in ospedale prima dello Us Open. E così Ceyssens l'ha seguita. Qualificazioni passate, un set portato via a Garbine Muguruza ed ecco che il legame professionale si intreccia a quello sentimentale. “Ma sin dall'inizio abbiamo preso accordi molto chiari – dice Ceyssens – sul campo sono il suo allenatore. Soltanto fuori sono il suo ragazzo”. Molti si chiedono se sia una scelta adeguata, o se farsi allenare da un ragazzo così giovane sia un rischio. Lui è abituato a questa domanda, gliel'hanno fatta spesso. “Lo posso capire, ma posso sempre fare affidamento su due coach d'esperienza come Carl Maes e Maxime Braeckman”. La motivazione è enorme, poi c'è il caso di Daniel Vallverdu, classe 1986, che è diventato un top-coach a livello mondiale. Tuttavia, sembra che Ceyssens abbia altre priorità. “Mi rendo conto che prima o poi la collaborazione terminerà, anche se spero che possa durare a lungo. Come allenatore, solitamente mi occupo di scouting, formazione e supporto mentale”. Come a dire che non vede il futuro in giro per il mondo, ma scovando nuove promesse nell'accademia della Clijsters.