UN LIBRO DA SCOPRIRE
Una chance sbocciata un lunedì mattina di quattro anni fa, quando ricevette una mail dell'ufficio organizzativo del Roland Garros. Le avevano detto che era entrata nelle qualificazioni del Roland Garros. Leggere quelle poche righe le ha fatto scattare qualcosa dentro. Ha iniziato a saltare di gioia, davanti alla madre incredula. Già, perché si trovava a casa di mamma Suzanne, dove aveva depositato tutte le racchette di tennis. Vederle ogni giorno, a casa sua, le faceva troppo male. Così chiamò il capo, gli disse di far aprire il bar a qualcun altro, ed è salita in macchina. Dalle Alpi a Parigi, ascoltò in loop una canzone dei Massive Attacks, “Teardrop”. Una catarsi interiore che non fu bloccata da una sconfitta nelle qualificazioni. Quel giorno, Timea capì di amare il tennis. E capì che voleva ripartire da zero. Ha avuto la fortuna di trovare il coach giusto, quel Dimitri Zavialoff che aveva costruito la tecnica di Stan Wawrinka, a partire da un rovescio da studiare al microscopio. Non era sicura di poterlo pagare, ma alla fine l'ha convinto. Il resto è storia recente, un lieto fine che l'ha portata tra le top-10 e due volte in semifinale a Parigi. Ma stavolta il sogno è ancora aperto, così come il desiderio di chiudere il cerchio. Vincere uno Slam sarebbe un miracolo, o forse una favola. Per Zavialoff, gentile svizzero con sangue russo nelle vene, è stato difficile passare da Wawrinka alla Bacsinszky. Lei è umorale, asseconda le sue lune anche durante gli allenamenti. E allora, per capirla, si è affidato ad alcuni libri di psicologia. “In definitiva, ho dovuto migliorare il mio modo di allenare. Timea è un grande libro da scoprire”. Ha fatto un gran lavoro, ma il treno buono sembrava ormai passato: addio top-10, dignitosa permanenza tra le prime 20-25. E invece, ancora una volta, Parigi ha firmato il miracolo. Ha mentito, Timea, quando ha detto che a Parigi non ha mai perso al primo turno. Nel 2013, perse al primo match delle qualificazioni per mano di Sharon Fichman. Ma la semifinale di oggi, match più importante della sua vita, è germogliata proprio quel giorno. E forse c'è ancora una pagina da scrivere, nel grande libro della sua vita.