BORIS: "CHIEDERÒ RISARCIMENTI"
È certamente vero che la Repubblica Centrafricana sia stata vittima di un golpe nel periodo 2013-2014, e che in quel periodo gli uffici sono stati “saccheggiati”, con centinaia di passaporti poi finiti sul mercato nero. A quanto pare, sono venduti ancora oggi. Per la prima volta, Becker si è esposto in prima persona sulla vicenda. In un'intervista video con Top Magazine, ha detto che: “È un dato di fatto che io sia attualmente un diplomatico della Repubblica Centrafricana”. A suo dire, il passaporto gli è stato consegnato in aprile dall'ambasciatore. Fino alla scorsa settimana, il nome di Becker era inserito nel sito internet dell'ambasciata del Paese a Bruxelles: c'era anche una sua foto (la vedete qui sopra, ndr), seduto a una scrivania, con la bandiera in bella evidenza. L'immagine è stata rimossa. In attesa che il mistero venga risolto, Becker ha rilasciato dichiarazioni piuttosto aggressive nei documenti depositati giovedì presso la Corte Suprema di Londra, in cui sostiene che l'immunità diplomatica gli serve per “portare a termine questa farsa e iniziare a ricostruire la mia vita. La decisione di avviare una procedura di fallimento nei miei confronti è stata ingiustificata e ingiusta. Un gruppo di banchieri e burocrati anonimi mi ha portato a una dichiarazione di bancarotta del tutto superflua, che mi ha inflitto un mucchio di danni. Una volta che tutto questo sarà finito, i miei avvocati inizieranno le procedure per il risarcimento”. Tra loro c'è anche l'ex relatore speciale delle Nazioni Unite Ben Emmerson, già al fianco di Julian Assange (fondatore di WikiLeaks) per una questione ancora più complessa e delicata. Chissà con quali documenti in tasca Boris Becker metterà piede a Wimbledon.