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Marco Caldara
28 January 2018

Federer: «l'età? è solamente un numero»

PAROLA AL VINCITORE - Dopo la sbornia di emozioni in campo, e il giro d'onore per Melbourne Park, Roger Federer si presenta felicissimo davanti ai giornalisti. "Alla vigilia avevo brutte sensazioni - racconta - ma in campo mi sono sentito bene. Nel quinto set ho avuto anche un pizzico di fortuna". Sul futuro: "Sono felice di come vanno le cose e l'età non è affatto un problema".
Ultimamente le conferenze stampa di Federer vanno sempre nella stessa direzione, specie quelle al termine delle finali. Il livello a cui sta giocando conta poco, un prossimo avversario sul quale discutere non c’è, e allora la partita passa in fretta in secondo piano, anche se si tratta di una battaglia di cinque set che ha rischiato di perdere più di quanto dica il 6-1 dell’ultimo set. In avvio di quinto lo svizzero era davvero in difficoltà, invece meno di mezz’ora più tardi aveva già il trofeo in tasca. “Ho solo pensato che fosse l’ora di tornare a vincere un game – ha spiegato – perché ne avevo persi vari di fila. Dovevo rompere il suo momento positivo, cercare di servire bene. Sono riuscito a prendermelo, e speravo che potesse aiutarmi a cambiare la situazione. Cosa che poi è successa. Mi è servita anche un pizzico di esperienza, così come la fortuna. Credo mi abbia dato una mano”. Un aspetto interessante emerso nel corso della conferenza stampa è stata la tensione pre-match, che evidentemente si può accusare anche alla finale Slam numero trenta. Federer l’ha lasciata negli spogliatoi prima di scendere in campo, altrimenti non si spiega in set da soli 24 minuti, ma la sua vigilia è stata complicata. “Mi era già successo contro Berdych. Non so spiegare bene cosa sia, ma sentivo che probabilmente avrei perso, che il mio avversario avrebbe giocato meglio di me. Il forfait di Chung mi ha un po’ destabilizzato: non mi era mai capitato qualcosa di simile, e quella notte ho faticato parecchio a prendere sonno. Avevo già iniziato a pensare come avrei dovuto giocare contro Marin, a quanto sarebbe stato bello vincere il mio ventesimo Slam, e a quanto sarebbe stato brutto perdere. Ho avuto gli stessi pensieri per 36 ore, e non è stato facile, ma sono comunque riuscito a partire bene e durante l’incontro certi pensieri sono svaniti”.
FONDAMENTALE L’AIUTO DI MIRKA
Col successo, Federer ha eguagliato i 6 Australian Open di Emerson e Djokovic, ma per uno che di record ne ha una valanga, certi pesano poco. “Non mi interessa tanto aver raggiunto sei titoli come loro – ha spiegato – quanto vivere certe emozioni, al termine di un match da montagne russe. È un momento speciale, ho difeso il mio titolo dello scorso anno, la favola continua. È questo per me che conta davvero, e sto vivendo di nuovo un momento fantastico della mia vita”. Una vita dedicata al tennis, e che continua a esserlo. Con dei segreti che appaiono banali ma non lo sono affatto. “Credo che uno sia il non giocare troppo, e l’avere un grande team al mio fianco, che rende tutto più facile. Vado avanti anche perché adoro vedere i miei genitori fieri di me e felicissimi di ciò che faccio. E poi c’è mia moglie, che rende possibile tutto questo. Senza il suo appoggio avrei smesso anni fa. Ne abbiamo parlato, le ho chiesto se era contenta che io continuassi a girare il mondo per giocare a tennis, e lei mi ha supportato alla grande. Si è presa tante responsabilità con i bambini, e senza di lei questa vita non avrebbe avanti, perché se stasera sono seduto qui con la coppa vuol dire che tanti pezzi del puzzle sono al loro posto”. I suoi tifosi si augurano che lo restino ancora per un po’, così da sognare il più a lungo possibile. Solo 13 mesi fa tutto ciò che sta succedendo era impensabile, mentre ora è lecito credere che tutto sia possibile. L’unica certezza è che Federer non giocherà in eterno, mentre il resto è tutto da scoprire. “Non ho idea di come sarà il mio futuro. Ho vinto tre Slam in dodici mesi e non ci avrei mai creduto. Cercherò solo di continuare con un calendario intelligente ed essere affamato di successi, sperando che arrivino altri successi. L’età non è un problema, ma solo un numero. Sono felice di come vanno le cose e credo che il mio successo nei prossimi mesi dipenderà dalla mia capacità di fissare in anticipo obiettivi e priorità”. Ci sarà da divertirsi ancora a lungo.
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