UN BAMBINO SPECIALE
Qualche errore nella gestione dell'infortunio è l'unica cosa che Djokovic Sr. Imputa al figlio. “Ha provato a nascondere il problema per continuare a sentirsi invulnerabile. Ma quando tornerà a giocare non lo vedrete più con una manica a coprire il braccio destro”. Se è vero che Nole è il personaggio serbo più popolare, anche nel suo paese qualcuno lo sta criticando. Per questo, il padre si arrabbia. “Sono arrivati tanti attacchi stupidi, ma in Serbia il 98% della gente è con lui. È incredibile che una misera percentuale abbia tanta influenza. Certo, Murray è diventato baronetto in Gran Bretagna dopo aver vinto tre Slam, mentre Novak ne ha dovuti vincere 12 per ricevere qualcosa di simile l'anno scorso”. Oggi è impossibile immaginare quella che sarà la seconda parte di carriera di Djokovic, ma certi successi non si possono cancellare: 6 Australian Open, 3 Wimbledon, 2 Us Open e 1 Roland Garros rimangono traguardi straordinari, così come le tante settimane trascorse al numero 1. “Qualcuno ha da dire sul suo stile di vita? Mantenendo un certo regime è stato numero 1 del mondo per anni, e comunque non è questa la causa della sua crisi. Magari tutti facessero gli errori di Novak, così sarebbero diventati i migliori nelle loro attività”. Non le manda a dire, il fumantino Srdjan, che però si scioglie quando deve parlare del figlio e delle sue qualità. “Pensate a quanto possa essere difficile valutare se il proprio figlio ha talento o no. Per fortuna, ben presto questo non è stato compito mio”. Prima Jelena Gencic, poi Nikki Pilic hanno gettato le basi per un campione straordinario. “Quando era piccolo, i coetanei erano più robusti di lui. Penso a Nadal, Monfils, anche Gasquet. Però Novak, sin da bambino, ha capito cosa gli sarebbe servito per allungare la sua carriera, a partire dallo stretching. Ma io ho capito che era speciale quando aveva 3 anni e mia madre aveva un tumore alle ossa. Lui le chiedeva dove le facesse male, poi la massaggiava e le raccontava tante storie. È sempre stato speciale anche fuori dal campo”. Nel corso degli anni, Djokovic è stato affiancato da tecnici, preparatori e collaboratori di vario genere. Negli ultimi due anni, ha avuto una certa visibilità il “guru” Pepe Imaz. Su questo argomento, Srdjan taglia corto. “Il contributo di Imaz è stato marginale, ritengo che non se ne dovrebbe parlare così tanto. È stato semplicemente uno dei tanti che ha dato una mano a Novak. Tuttavia, gli sarò sempre grato perché ha dato una mano a Marko in un momento molto difficile”.