Il Tennis Italiano

ATTREZZATURA COME OTTENERE PIÙ «SPIN» DALLE CORDE DOSSIER QUANTO VALE LA NEXT GEN TEST Artengo 960 Tour Control Pro Kennex Q+Tour Tecnifibre Razor Code 1.25 IL CASO I FALSI ACCOUNT DEI TENNISTI EURO 6,50 N. 6 - GIUGNO 2022 - MENSILE - ANNO 93 IN ITALIA tennisitaliano.it #ioleggotennisitaliano ISSN 0393-0890 P.I. 08/06/2022 SPECIALE TROFEO BONFIGLIO INTERNAZIONALI D’ITALIA 6 ESCLUSIVA ONS JABEUR INTERVISTE DOMENICO PROCACCI STEFANO BONACCINI PERSONAGGI ISNER & SCHWARTZMAN FRANCESCO PASSARO IGA SWIATEK DJOKOVIC FORTE PAPÀ!

IL TENNIS ITALIANO 1 Stefano Semeraro segue professionalmente il tennis dal 1986. Da inizio anni ‘90 si occupa di tennis e sport per La Stampa Roma chiama Parigi risponde tavolta più che un editoriale saranno note, appunti sparsi, visto che le scadenze del mensile ci costringono a consegnare in tipografia questo numero quando il Roland Garros è in pieno svolgimento, mentre voi lo leggerete a giochi fatti: ci perdonerete, quindi, qualche incongruenza. Potrete però leggere, fra l’altro, degli Internazionali d’Italia, una edizione per certi versi monstre del Foro Italico, su Parigi ci rifaremo nel prossimo numero: è una promessa. Mentre scrivo queste righe al Bois de Boulogne si devono ancora giocare i quarti, ma è già chiaro che la Next Gen rischia, se non ora nel giro di poco tempo, di essere scavalcata dalla Next-Next Gen: quella di Carlos Alcaraz, che nei primi dieci giorni del torneo ha rubato il palcoscenico a tutti; e di Holger Rune, un personaggio che in Italia conosciamo benissimo e che si prepara a diventare uno dei principali protagonisti dei prossimi anni; un Alcaraz in salsa scandinava, azzarda addirittura qualcuno, ricordando che, come nel caso di Djokovic e Murray, Carlitos e Rune sono nati a una settimana di distanza l’uno dall’altro. A Parigi hanno avuto grande eco, ma solo perché negli Slamla cassa di risonanza è più ampia, le parole di Rafa Nadal. Il campeon ha buttato lì che questo potrebbe essere stato il suo ultimo Roland Garros. Lo aveva già ribadito in altre occasioni, spiegando che la sindrome di Muller-Weiss non gli lascia nessuna speranza di guarigione. Sentirglielo dire nella pancia del «suo» stadio, ha prodotto però un’impressione diversa, indefinibile, da fine impero. E poi c’è Wimbledon, ovviamente. I Championships senza punti. Se ne parla da settimane, da Monte-Carlo l’argomento è rimbalzato a Roma, poi a Parigi. Un terreno (di discussione) scivolosissimo, sul quale ho lasciato che si esprimessero alcuni dei competentissimi columnist della rivista, avanzando anche pareri contrastanti. La mia opinione è che l’All England Club abbia sbagliato, e che l’Atp abbia giustamente reagito, ma non nei modi più azzeccati, finendo per scontentare i suoi stessi iscritti. La classica situazione in cui a rimetterci sono tutti. Parliamo un po’ anche delle ragazze azzurre. Dalla Billie Jean King Cup erano già venuti segnali positivi, Parigi li ha confermati con gli ottavi di Camila Giorgi e lo storico torneo di Martina Trevisan. Ma di Martina, altra promessa, parleremo a lungo sul prossimo numero. Infine Roma e Parigi, la suggestione parallela di due dei più bei tornei del mondo. Roma soffre di mancanza di spazio, e proverà a compensare allungandosi su due settimane, Parigi negli ultimi anni ha compiuto un restyling favoloso, che ha reso il Roland Garros molto cool, un torneo di design, sacrificando un po’ dell’atmosfera di uno dei luoghi sacri del tennis. Sia al Foro sia a Parigi l’affluenza è stata enorme, allegra, piena di voglia di ricominciare, a tratti quasi soffocante. Camminando di notte sul Boulevard d’Auteuil mi sono chiesto se i quattro Moschettieri avrebbero riconosciuto, in quell’astronave sciccosissima che è diventato il Philippe Chatrier, la vecchia casa costruita cent’anni fa per ospitare le le loro imprese e quelle di Suzanne Lenglen. Le prime volte che ho messo piede da quelle parti, a fine anni ’80, potevi ancora incontrarli, Lacoste e Borotra, e ho pensato che, dopo tutto, alla faccia della malinconia, di questo impianto sia René sia Jean, nostri modernissimi antenati, sarebbero stati molto fieri. L’EDITORIALE di Stefano Semeraro S stefano.semeraro@sport-com.it

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2 GIUGNO 2022 Ray Giubilo, da oltre trent’anni, è uno dei più conosciuti e apprezzati fotografi di tennis del mondo. RUBRICHE LO SCATTO di Ray Giubilo EMOZIONI Uno scatto, davvero: il momento esatto in cui la pallina si schiaccia sul piatto corde della Head di Zverev, pronta a rimbalzare sul campo dell’avversario. Le «buche» di Parigi sono punti di osservazione straordinari, che consentono di scattare foto emozionanti, che a volte raccontano da sole una storia, e cogliere dettagli tecnici. Quello che cerchiamo di fare su Il Tennis Italiano. Le storie, le emozioni di Roma le trovate su questo numero, per Parigi l’appuntamento è per il prossimo

IL TENNIS ITALIANO 3

24 GIUGNO 2022 TORNEI MADRID COMBINED Alcaraz, nuovo re di Madrid, nella capitale spagnola ha conquistato il suo secondo Masters 1000 della stagione e della sua giovanissima carriera dopo quello di Miami, per giunta eliminando sia Nadal sia Djokovic, a destra

IL TENNIS ITALIANO 25 CARLOSNella Caja Magica ha brillato ancora il fenomeno spagnolo, che ha eliminato sia Nadal sia Djokovic e ormai tutti, colleghi compresi, considerano il migliore del mondo in questa prima parte del 2022. Primo 1000 per Ons Jabeur di Marco Caldara foto di Miguel Angel Zubiarrain Sono bastate poche settimane per far cambiare opinione a mezzo mondo della racchetta. Prima pareva non dovesse mai nascere nessun altro giocatore con la stoffa dei Fab Three inavvicinabili da quasi vent’anni, poi è arrivato Carlos Alcaraz e la ragione è passata in fretta a chi ha sempre sostenuto che morto un papa se ne fa un altro, anche nel tennis. L’augurio del pubblico italiano è che possano essere due, con Jannik Sinner a far compagnia al rivale, ma intanto il vero «crack», per dirla come a Madrid, è il 19enne di Murcia, che i paragoni con Rafael Nadal li ha trasformati da esagerati a naturali, visto l’impatto avuto in pochissimo tempo. Lo ricorda per quanto vince, cioè tanto e con quella ferocia tipica di chi sembra programmato per un solo risultato, ma anche per la semplicità e l’umiltà fuori dal campo. Tutti gli gridano fenomeno in faccia, lui ringrazia, schiva i paragoni col suo inglese (ancora) traballante e pensa solo ad accumulare successi su successi. In meno di tre mesi si è preso due Atp 500 e due Masters 1000, l’ultimo alla Caja Magica di Madrid, dove ha fatto festa insieme alla campionessa femminile Ons Jabeur, altra grande protagonista della prima metà di 2022. ONS DI LUSSO Lei ha vinto nei quarti una sorta di finale anticipata con Simona Halep, lì ha capito che non era il caso di lasciarsi scappare un altro titolo e l’ha acciuffato con pieno merito, battendo in tre set la figlia di papà Jessica Pegula. Lui, invece, si è guadagnato il trofeo – che dalla sorta di attaccapanni del passato ha preso la forma di una barca a vela – con una delle regate più complicate che memoria ricordi, facendo fuori prima Nadal, poi Djokovic in una battaglia di tre ore e mezza e infine uno Zverev provato e inalberato per la scellerata programmazione del torneo, che per due giorni di fila l’ha mandato a letto quasi all’alba. IL PRECEDENTE DI NALBANDIAN Forse solo il “Rey” David Nalbandian era riuscito a fare di meglio, nel 2007 e proprio a Madrid (ma quando si giocava sul veloce indoor a ottobre), con un back-to-back to back che lo vide stendere Rafa ai quarti, Nole in semifinale e Federer in finale. Ma l’argentino era un giocatore fatto e finito, coi suoi IL GRANDE

INTERNAZIONALI D’ITALIA IL PROTAGONISTA 28 GIUGNO 2022

ONORA IL PADRE Dopo la brutta vicenda australiana e il rientro stentato a Monaco, a Roma Djokovic ha dimostrato di essere ancora il fuoriclasse di sempre. E suo figlio Stefan già promette di seguirne le orme di Stefano Semeraro | foto Ray Giubilo e Giorgio Maiozzi IL TENNIS ITALIANO 29 Fino a qualche tempo fa l’accoppiata padre-figlio non era popolarissima nel tennis. I Krishnan - Ramathan e Ramesh - Fred e Sandon Stolle, Phil e Taylor Dent, Leif e Joachim Johansson: non molto altro - i Roger-Vasselin - se ci riferiamo a carriere di alto livello. Da un po’ la tendenza è cambiata, si è quasi invertita. Sascha Zverev, Stefan Tsitsipas, Sebastian Korda, Casper Ruud, Taylor Fritz hanno tutti almeno un genitore - a volte due - con un passato nel circuito. Ci stanno provando anche Leo Borg e, se puntiamo sul crossover manager-giocatore, Nicholas Godsick, figlio di Tony, una vita a fianco di Roger Federer.

ESCLUSIVA ONS JABEUR 40 GIUGNO 2022

La prima top 10 araba della storia è una ragazza solare, che nel suo tennis brillante mette tutta la sua personalità. Dagli inizi difficili all’impegno per la Tunisia, per l’Africa, per le donne, ecco come ci ha raccontato la sua storia di Stefano Semeraro foto Ray Giubilo e Giorgio Maiozzi IL TENNIS ITALIANO 41

LA TECNICA TERRA BATTUTA 50 GIUGNO 2022

Fra tutte le superfici è la più esigente, un’amante che pretende costanza e dedizione. Il tennis moderno vi applica gli stessi schemi del veloce, ma sul «lento» non sono ammesse distrazioni. Ecco i segreti di chi sa come conquistarla di Emilio Sanchez foto Ray Giubilo IL TENNIS ITALIANO 51

56 GIUGNO 2022 FORMIDABILI, QUEI 5 INTERVISTA DOMENICO PROCACCI

IL TENNIS ITALIANO 57 Una bellissima docuserie trasmessa da Sky, e un libro che raccoglie separatamente le interviste ai cinque protagonisti della nostra epopea in Davis degli anni ‘70. Il regista Domenico Procacci ci racconta il dietro le quinte di «Una squadra» di Stefano Semeraro foto Alberto Novelli, Sportcast, Archivio IlTennis Italiano Il tennis è una dolce malattia. Te ne ammali e non ti passa più. Domenico Procacci, fondatore e anima di Fandango e regista della docuserie «La Squadra», che racconta l’epopea della mitica squadra azzurra di Coppa Davis degli anni ‘70, ad esempio sostiene di essersi disintossicato dai tornei di tennis. Li giocava da quarta categoria «ma quell’inferno l’ho attraversato, ormai ne sono fuori da 587 giorni», spiega nell’introduzione al volume Fandango libri che raccoglie le interviste su cui si è basata la serie. Ma poi confessa che la prima volta che ha incontrato Corrado Barazzutti ha potuto accettare al volo un invito a scendere in campo perché « io ho SEMPRE la roba da tennis, lì in macchina, nel bagagliaio che a questo serve, no?». Procacci, nelle cinque puntate trasmesse da Sky ha raccontato dieci anni della nostra vita attraverso le parole e i ricordi di Panatta, Barazzutti, Bertolucci, Zugarelli, Pietrangeli: ne è uscito il racconto che si aspettava? «Quando ho iniziato pensavo di trovare un gruppo spaccato da forti conflittualità, fra Panatta e Barazzutti, fra Pietrangeli e la squadra che di fatto lo esonerò. La conflittualità c’è, anche dopo 45 anni, ma è anche un po’ romanzata da quattro grandissime personalità che in realtà si stimano molto, e si vogliono bene a modo loro anche se ci tengono a rimarcare le differenze». Amore e odio. C’è un episodio che lo racconta meglio di altri? «L’unica volta che Panatta e Barazzutti giocarono insieme in doppio in Coppa, nel ‘79 in Polonia. Bertolucci non c’era, il sostituto ideale era Zugarelli, più doppista, più simile a lui, ma Adriano volle Barazzutti: perché gli dava sicurezza. Diversi, certo, ma capaci di fare squadra quando bisognava vincere». Domenico Procacci, regista della Serie TV e fondatore di Fandango. A destra la copertina del libro che raccoglie le interviste ai cinque protagonisti

IL CASO FALSI PROFILI LA GUERRA 72 GIUGNO 2022 Foto: Ray Giubilo

DEI CLONI I falsi profili social degli atleti proliferano, a tutto danno di quelli ufficiali, favorendo la crescita di un sottobosco di abusi e scommesse illegali. Il caso del «tipster» che ha creato il «fake» di Jannik Sinner di Ivo Romano IL TENNIS ITALIANO 73

104 GIUGNO 2022 AMERICAN GRAFFITI A sorpresa lo statunitense Nishesh Basavareddy firma il successo maschile nella 62ma edizione degli Internazionali d’Italia juniores, regalando agli States un successo atteso da 32 anni. Come da pronostico, la svizzera Celine Naef si prende il femminile. Un’edizione di successo per il TC Milano Bonacossa di Max Grassi | foto Francesco Panunzio ITALIA TROFEO BONFIGLIO

IL TENNIS ITALIANO 105 Ti immagini uno spagnolo, un sudamericano, una nuova stella venuta da Est, magari ti auguri anche l’exploit di un italiano, dopotutto gli Internazionali d’Italia Juniores si giocano sulla terra rossa. Invece la 62esima edizione del Trofeo Bonfiglio ha visto il successo del giocatore che non ti aspetti, quello di uno statunitense: l’ultimo successo targato Usa all’under 18 milanese era datato 1990. Per carità, Nishesh Basavareddy aveva fatto parlare di sé sin dai primi turni. Estroverso e simpatico fuori dal rettangolo di gioco, talentoso e decisamente efficace in campo, ha impressionato con un tennis fatto di pressione e coraggio. Tecnicamente non appariscente, il ragazzo di Newport Beach (California) sembra però sapere bene cosa fare nei momenti cruciali del match e soprattutto è uno che non trema mai. Al resto ci ha pensato un sorriso contagioso che ha Vinto facilmente il primo set, l’americano (ranking Itf n.19) ha subìto il ritorno del rivale, ma nel terzo parziale è stato il più attento e ha preso l’iniziativa mettendo spesso alle corde il favorito (6-2 4-6 6-3 lo score). NISHESH: «LA VITTORIA PIÙ BELLA» «Senza dubbio – ha raccontato Basavareddy – questa è la più importante vittoria della mia carriera. Qui a Milano l’atmosfera era bellissima, tanta gente sulle tribune, un clima fantastico che ha reso tutto ancora più entusiasmante. Giorno dopo giorno sono andato in crescendo e credo di aver giocato il mio miglior tennis proprio nelle fasi finali». L’americano di chiare origini indiane (i genitori sono emigrati da Hyderabad, nel sud dell’India) viene da un percorso travagliato nonostante la giovane età. Inconfondibili i suoi occhiali che sebbene conquistato i favori dei tanti appassionati milanesi che lo hanno sostenuto durante tutta la settimana. VALLEJO SI ARRENDE Nella lunga finale (2 ore e 26 minuti), Basavareddy non partiva certo con i favori del pronostico visto che dall’altra parte della rete trovava il paraguaiano Daniel Vallejo (numero 1 del torneo e 2 al mondo). Il 18enne, allievo di Ramon Delgado (ex n.52 Atp), ha saputo uscire indenne da una settimana che lo ha visto spesso in difficoltà. Il trionfatore dell’Orange Bowl 2021 ha poi cambiato marcia facendo valere la sua solidità sugli avversari. Solidità però che non è bastata al paraguaiano - cresciuto nel mito di Victor Pecci - che non ha potuto coronare il sogno di alzare il trofeo milanese. I meriti sono tutti di Nishesh che è stato bravo ad entrare subito nel match mentre il suo avversario faticava a carburare. Una panoramica del TC Milano, tradizionale sede del «Bonfiglio». A sinistra, il vincitore maschile, l’americano Basavareddy

ATTREZZATURA COME OTTENERE PIÙ «SPIN» DALLE CORDE DOSSIER QUANTO VALE LA NEXT GEN TEST Artengo 960 Tour Control Pro Kennex Q+Tour Tecnifibre Razor Code 1.25 IL CASO I FALSI ACCOUNT DEI TENNISTI EURO 6,50 N. 6 - GIUGNO 2022 - MENSILE - ANNO 93 IN ITALIA tennisitaliano.it #ioleggotennisitaliano ISSN 0393-0890 P.I. 08/06/2022 SPECIALE TROFEO BONFIGLIO INTERNAZIONALI D’ITALIA 6 ESCLUSIVA ONS JABEUR INTERVISTE DOMENICO PROCACCI STEFANO BONACCINI PERSONAGGI ISNER & SCHWARTZMAN FRANCESCO PASSARO IGA SWIATEK DJOKOVIC FORTE PAPÀ!

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