Il Tennis Italiano

IL TENNIS ITALIANO 57 Una bellissima docuserie trasmessa da Sky, e un libro che raccoglie separatamente le interviste ai cinque protagonisti della nostra epopea in Davis degli anni ‘70. Il regista Domenico Procacci ci racconta il dietro le quinte di «Una squadra» di Stefano Semeraro foto Alberto Novelli, Sportcast, Archivio IlTennis Italiano Il tennis è una dolce malattia. Te ne ammali e non ti passa più. Domenico Procacci, fondatore e anima di Fandango e regista della docuserie «La Squadra», che racconta l’epopea della mitica squadra azzurra di Coppa Davis degli anni ‘70, ad esempio sostiene di essersi disintossicato dai tornei di tennis. Li giocava da quarta categoria «ma quell’inferno l’ho attraversato, ormai ne sono fuori da 587 giorni», spiega nell’introduzione al volume Fandango libri che raccoglie le interviste su cui si è basata la serie. Ma poi confessa che la prima volta che ha incontrato Corrado Barazzutti ha potuto accettare al volo un invito a scendere in campo perché « io ho SEMPRE la roba da tennis, lì in macchina, nel bagagliaio che a questo serve, no?». Procacci, nelle cinque puntate trasmesse da Sky ha raccontato dieci anni della nostra vita attraverso le parole e i ricordi di Panatta, Barazzutti, Bertolucci, Zugarelli, Pietrangeli: ne è uscito il racconto che si aspettava? «Quando ho iniziato pensavo di trovare un gruppo spaccato da forti conflittualità, fra Panatta e Barazzutti, fra Pietrangeli e la squadra che di fatto lo esonerò. La conflittualità c’è, anche dopo 45 anni, ma è anche un po’ romanzata da quattro grandissime personalità che in realtà si stimano molto, e si vogliono bene a modo loro anche se ci tengono a rimarcare le differenze». Amore e odio. C’è un episodio che lo racconta meglio di altri? «L’unica volta che Panatta e Barazzutti giocarono insieme in doppio in Coppa, nel ‘79 in Polonia. Bertolucci non c’era, il sostituto ideale era Zugarelli, più doppista, più simile a lui, ma Adriano volle Barazzutti: perché gli dava sicurezza. Diversi, certo, ma capaci di fare squadra quando bisognava vincere». Domenico Procacci, regista della Serie TV e fondatore di Fandango. A destra la copertina del libro che raccoglie le interviste ai cinque protagonisti

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