Il numero uno del mondo nella conferenza di presentazione si sofferma sulle criticità della competizione

La stella assoluta delle finali di Coppa Davis a Malaga è indubbiamente Novak Djokovic. Il serbo, reduce dal settimo trionfo alle ATP Finals, proverà a guidare la sua Serbia alla seconda insalatiera della storia dopo quella vinta nel 2010. Nella conferenza stampa di presentazione, il 24 volte campione Major ha ricordato i tempi del debutto in questa competizione, nel 2004: “Mi sembra che giocassimo nel gruppo zonale Europa/Africa. Ero molto giovane e ricevetti la convocazione da parte del capitano. Speriamo di vincere il titolo a quasi 20 anni dalla mia prima partecipazione“. Djokovic ha parlato anche della squadra britannica che affronteranno domani: “Sono una grande squadra e hanno tanta tradizione. Domani giocherò contro uno tra Norrie e Draper ed è un po’ di tempo che non affronto un mancino: non è stato semplice trovare uno sparring. Loro hanno tante opzioni, sia per i singolari che per il doppio. Murray ed Evans non sono presenti, ma ci sono doppisti di primissimo livello come Salisbury e Skupski. Noi non siamo specialisti del doppio, punteremo tanto sui singolari, ma saremo pronti per ogni scenario“.

Il serbo si è poi soffermato sul format attuale della Davis, sottolineandone i limiti: “Ci sono state diverse discussioni su questo argomento da quando Kosmos ha cambiato formula. Penso che l’ideale sarebbe un ibrido tra la vecchia e la nuova formula. Per le squadre del World Group non è l’ideale questo format, noi ad esempio non giochiamo in Serbia da diverso tempo, non dando l’opportunità ai giovani di vedere dal vivo una competizione così. Noi siamo parte di questa competizione e ognuno dovrebbe dare un feedback all’ITF su ciò che funziona e ciò che funziona meno. Qualcosa credo che dovrebbe variare: le partite in casa e in trasferta hanno reso questa competizione famosa e invece le Final 8 sono ospitate sempre dalla stessa nazione da diversi anni. Se vogliamo mantenere le Final 4 o le Final 8 nel format, credo che la sede debba essere cambiata ogni anno“.