473.169. È il numero di spettatori che hanno assistito all'ultima edizione di Wimbledon. Giusto qualcuno in più rispetto al Masters 1000 di Indian Wells, e circa 250.000 in meno rispetto a Us Open e Australian Open. Se vogliamo infierire, è stato lo Slam con meno pubblico nel 2018. Eppure è il più antico, il più prestigioso. E allora, che fare? I vertici dell'All England Club hanno le idee chiare: vogliono espandersi. Più campi, più spazio, più occasioni. E magari la possibilità di giocare le qualificazioni in loco, senza dover spedire i giocatori a Roehampton. Mercoledì sera c'è stato un passaggio decisivo in questa direzione: i soci del Wimbledon Golf Park sembrano ben disposti all'idea di cedere i 73 acri di spazio del loro club, che si trova dall'altra parte della strada, in cambio della cifra record di 63,75 milioni di sterline, circa 70 milioni di euro. Ma andiamo con ordine. Per deliberare la cessione del terreno c'è bisogno del 75% dei voti favorevoli dei soci di Wimbledon Park. Qualche anno fa, un'offerta di 25 milioni di sterline fu gentilmente rispedita al mittente: soltanto il 42% si dichiarò favorevole. Con gli altri Slam che corrono, migliorano e crescono anno dopo anno, Wimbledon ha dovuto alzare il tiro. E allora sono arrivati a un'offerta più che doppia. Dall'altra parte della strada hanno vacillato, ma c'è un problema: lo statuto di Wimbledon Park prevede che gli incassi di un'eventuale vendita non debbano essere destinati a tutti i soci (in tutto sono 750), ma soltanto a quelli che hanno la tessera da più di dieci anni. Una discrepanza che aveva bloccato sul nascere qualsiasi operazione, almeno fino a mercoledì sera. In occasione dell'ultima assemblea, è stato raggiunto il limite necessario (oltre il 75% dei voti favorevoli) per modificare lo statuto. Da adesso, dunque, i proventi dell'eventuale vendita potranno essere distribuiti tra tutti i soci. Senza fare nulla, dunque, potranno intascare qualcosa come 85.000 sterline a testa.