Il ragazzo ha appena compiuto 18 anni, ma ha le idee chiare. Pochi minuti dopo l'esito del voto per la riforma della Coppa Davis, Felix Auger Aliassime ha espresso il suo dissenso via Twitter. “Da ragazzino, uno dei miei più grandi sogni era quello di giocare una finale di Coppa Davis davanti al pubblico di casa. Purtroppo, non avrò mai la chance di vivere la Davis per come l'ho vista mentre crescevo. Ho sperato che la tradizione e la storia avrebbero battuto i soldi”. E invece no. La volgare esultanza di Gerard Piqué e degli uomini di Kosmos, immortalata dalle foto di Getty Images, è lo specchio di una giornata che ha cancellato una competizione che aveva resistito a due guerre mondiali e andava avanti, bene, nonostante qualcuno si ostinasse a dire che fosse ormai decrepita. Una delle tesi più accreditate era che i migliori non la giocano. È vero in parte, visto che gran parte dei 26 numeri 1 nella storia dell'ATP hanno partecipato ad almeno una campagna vincente di Coppa Davis. Quelli che non ce l'hanno fatta (a parte Jimmy Connors, che proprio non la sopportava) l'hanno comunque giocata, ma venivano da nazioni troppo deboli. È fastidioso leggere le parole di chi ha definito “tradizionalisti” quelli che si opponevano alla riforma. Detto che il rispetto della tradizione è un valore positivo, molti hanno sdoganato il principio che bisognava cambiare perché “era necessario farlo”, adducendo motivazioni modeste, discutibili e talvolta inesatte. Per esempio, non è vero che la Davis andava male sul piano economico e di immagine. Se è vero che diverse partite hanno una certa risonanza solo nei paesi interessati, va detto che soltanto in Davis i biglietti per alcuni match andavano polverizzati in poche ore. E che proprio la Davis ha ospitato alcuni dei match con più pubblico. Esibizioni a parte, il match ufficiale con più spettatori in tribuna si è giocato in Coppa Davis, peraltro pochi anni fa, quando 27.432 spettatori presero d'assalto lo Stade Pierre Mauroy di Lille per la finale tra Francia e Svizzera. Adesso è tutto nelle mani di Kosmos, le cui idee continuano a calpestare la tradizione e vogliono gonfiare ulteriormente il calendario. Visto che la riforma lascerà un paio di settimane libere (la prima di aprile e la terza di settembre, in cui si giocavano tradizionalmente quarti e semifinali), vogliono organizzare una competizione mista ad aprile e una evento a settembre. La prima sarebbe una sorta di nuova Hopman Cup, che peraltro rischia di sparire con la nascita della World Team Cup, mentre la seconda farebbe concorrenza alla Laver Cup, in programma dopo pochi giorni.