Confermato il passaporto giapponese, mai stato realmente in dubbio, Osaka nel 2021 sarà per forza di cose il volto femminile della XXXII edizione dei Giochi Olimpici. Diversi brand hanno già messo in cassaforte un accordo con la tennista: da Procter & Gamble (Worldwide Olympic Partner) a Nissin e All Nippon Airways (Official Partner). A Tokyo questi marchi incentreranno il proprio marketing sull’atleta classe 1997, che gode di picchi di popolarità senza precedenti tra il pubblico nipponico. “Da quando è uscita la classifica di Forbes le cose sono diventate ancora più strane, la gente mi guarda diversamente. Sono strana, giusto? La persone mi hanno sempre guardato in maniera diversa. Ma adesso lo fanno ancora di più”, le recenti parole di Osaka, a tratti ancora imbarazzata della propria popolarità.
Naomi al momento vanta più di quindi accordi di sponsorizzazione in corso, quasi tutti valgono sette cifre e coinvolgono marchi del calibro di Yonex, Nissan Motor e MasterCard. La perla in questo mare è però l’agreement con Nike, che per battere la concorrenza di Adidas, nel 2019 ha garantito alla tre volte campionessa slam un contratto da oltre 10 milioni di dollari annui fino al 2025. La redditizia partnership con il brand dello swoosh, include un altro privilegio, concesso in passato solo alla cinese Li Na. A differenza degli altri atleti ingaggiati da Nike, Osaka può infatti esibire sul proprio completo le patch di altri sponsor, nello specifico quelle di MasterCard, All Nippon Airways e Nissin. Naturalmente la casa americana ha voluto sfruttare la potenza commerciale di Osaka anche fuori dal campo, proprio per questo a fine 2020 è avvenuto il lancio della linea di vestiti a lei dedicata. In fase di promozione la giocatrice è apparsa emozionata e con orgoglio ha raccontato il progetto: “Sono stata coinvolta moltissimo nelle creazione di questa collezione, è uscita come volevo e sono molto contenta del risultato. I vestiti colorati, rappresentano le mie origini e ciò che mi piace in termini di stile. Sono fiera del mio background multiculturale ed è per questo che ho deciso di inserire nei capi i richiami alle bandiere di Giappone, di Haiti e degli Stati Uniti d’America”.