Quando torna alle gare, nessuno si aspetta più molto da lui. Un sentimento ricambiato. «Dan non è uno che si aspetta niente da nessuno. Non si aspetta simpatia, sa che cosa ha fatto a se stesso» dice David Felgate, l’ex coach di Tim Henman. «Ma questo gli dà una prospettiva diversa, che potrebbe allungargli la carriera. Quando perdi un anno ti rendi conto di cosa significa, e hai voglia di recuperare. Vuoi durare di più, perché sai che cos’è la vita senza tennis».
Più o meno è quello che pensa il diretto interessato. «Okay, quella parte della nella mia vita è finito. Tutti mi hanno perdonato non appena ho alzato le mani e accettato la sospensione. Ma non è facile venire a patti con te stesso, giorno dopo giorno, quando realizzi che eri il numero 41 al mondo e hai buttato via tutto. Dire che sono cresciuto suonerebbe come una giustificazione. Non c'è nulla di filosofico, a ripensarci. È stata la cosa peggiore che potessi fare. Ora, sono solo tornato e cerco di vincere qualche partita».
Dan, che oggi è risalito al numero 33 Atp ma che a metà 2018 era finito addirittura fuori dal ranking, non aveva sponsor per l’abbigliamento, dopo che la Nike lo aveva mollato giocava con una maglietta da 20 dollari raccattata al supermarket. Nel 2019 è arrivata Yoxoi, poi la Luke, una ditta inglese, a metterlo sotto contratto. E con il diritto in corsa, i malefici back di rovescio, l’agilità da folletto, il timing perfetto nello scendere a rete e le sue volée vecchio stile, a Monte Carlo Dan è riuscito a dimostrare di avere ancora qualche cosa da dire, a 30 anni, anche contro il numero 1 del mondo. Che certo non era in forma, e ha giocato una delle sue «peggiori partite di sempre», ma non ha negato i meriti dell'avversario. C’era parecchio vento ieri al Country Club, e Dan, per una volta ha approfittato di un aiuto che non aveva richiesto. «Io non stavo bene ha detto il Djoker - ma non voglio togliere nulla a Dan: mi ha fatto muovere, e ha distrutto il mio gioco». Evans, da parte sua, ha rivelato un retroscena: «Djokovic mi ha fatto aspettare negli spogliatoi, così quando sono entrato in campo avevo una motivazione in più per batterlo». Il lupo perde il pelo....
La terra non è certo la superficie migliore di Evans, che ci ha vinto davvero poco sopra e due settimane fa a Cagliari si è arreso ai 19 anni di Lorenzo Musetti. «Ma con il fresco la palla stava bassa, poi sul rosso adesso ho imparato a muovermi bene, scivolo meglio. Ho piazzato qualche buon diritto, e l’ho messo sotto pressione». Il resto lo ha fatto l'esperienza, mentre la sua fidanzata, Aleah, in tribuna se lo mangiava con gli occhi. Non è mai stato un tipo facile, «Evo», magari neanche simpatico, come potrebbe testimoniare Musetti, che ci ha litigato a Cagliari. Ma un brindisi questa volta se lo è meritato. Una pinta alla tua, Daniel.