Sofia, o Sonya come i suoi amici e parenti sono soliti chiamarla, inizia a giocare a tennis all’età di 5 anni. Dopo una breve parentesi in Russia (Mosca è la sua città natale), il nucleo familiare decide di trasferirsi in Florida, precisamente a Pembroke Pines. Papà Alexander, suo attuale allenatore che nei vari coaching le dispensa consigli metà in russo e metà in inglese, comincia ad intravedere nei primissimi anni di attività di sua figlia un potenziale fuori del comune. I risultati, e le conseguenti copertine nazionali ed internazionali, non faticano ad arrivare: all’età di 10 anni si aggiudica il prestigioso “Little Mo”, competizione riservata ai migliori talenti under 10 americani che sarà solo uno dei tanti traguardi raggiunti dalla piccola Sofia nella sua carriera Junior. Con il passaggio all’under 12 il talento cristallino di Kenin comincia ad interessare attivamente la Federazione statunitense, che le concede tra le tante opportunità quella di scambiare qualche palla con quella che era l’élite del tennis del momento: Kim Clijsters, Anna Kournikova, John McEnroe, Venus Williams e Jim Courier sono solo alcuni dei campioni che l’americana, nonostante la tenerissima età, ha avuto l’opportunità di conoscere e di ammirare da vicino. Un’opportunità riservata a pochi eletti e che Sofia ha dimostrato ampiamente di meritare, visti e considerati i risultati conseguiti sia da juniores sia da pro.