Riccardo Bisti
20 January 2018

Simona va oltre il dolore, ma le basterà?

Nel match più lungo di sempre del torneo femminile (almeno per numero di game), Simona Halep resta a galla battendo 15-13 al terzo una coraggiosa Lauren Davis. Sofferente a una caviglia, imbottita di antidolorifici, ha annullato tre matchpoint consecutivi. “Dopo un match come questo, la caviglia andrà sempre peggio. Ma io non mollerò”.

È venuto fuori il cuore di una numero 1. Nel match più lungo della sua carriera, forse il più drammatico, Simona Halep ha speso ogni goccia di energia per battere una splendida Lauren Davis. 3 ore e 45 minuti di battaglia, con tracce di drammaticità: la Halep combatte da giorni con un problema a una caviglia, mentre la Davis ha perso alcune unghie dei piedi quando era a un passo dal traguardo. “Mi porto via molte cose positive da questo match” ha detto dopo la sconfitta, ma in caso di vittoria avrebbe potuto dare una svolta alla sua carriera. Invece la ragazza di Cleveland (ammiratrice di LeBron James, ma ha visto il suo primo match dal vivo soltanto un mese fa) dovrà ancora aspettare. Va avanti la Halep, nonostante abbia dovuto cancellare tre matchpoint consecutivi, sul 10-11 e 0-40 del terzo set. “In quel momento, sinceramente, ho pensato che fosse finita. Ma ho rilassato le braccia e ho tirato tre buone prime palle. A quel punto lei ha chiesto l'intervento del medico e dopo quei tre minuti ho trovato ancora più forza”. In termini di game (48), è stato il match più lungo nella storia dell'Australian Open insieme al quarto di finale del 1996, tra Arantxa Sanchez e Chanda Rubin. “Non ho mai giocato una partita del genere, sono quasi morta – ha detto la Halep – non ho idea di quanto abbia corso, so soltanto che i miei muscoli sono andati. Non riesco neanche a sentire la caviglia”. La storta patita al primo turno, contro Destanee Aiava, sta presentando parecchie fatture da pagare. È scesa in campo imbottita di antidolorifici. “Ma sicuramente il loro effetto è svanito prima della fine del match” ha detto il suo coach Darren Cahill, più che orgoglioso della prestazione della sua allieva, che negli ottavi se la vedrà con la rampante Naomi Osaka, autrice di un ottimo exploit contro Ashleigh Barty.

CAVIGLIA IN PEGGIORAMENTO
Il match ha assunto le sembianze di un dramma sull'11-11, quando la Davis ha perso l'unghia dal secondo dito del piede destro. La Halep ha manifestato un po' di nervosismo, ma ha saputo restare calma. “Sul 13-13, ho pensato che si tratta del mio numero fortunato. Da lì, ho vinto gli ultimi due game. Oggi sono molto più forte rispetto a due anni fa – dice la rumena – ho speso molto, ho avuto dolore a una gamba per tutta la partita ma non ho mai mollato. Sono stata in grado di resistere e questo mi rende felice”. Il problema rimane la caviglia: la storta di martedì scorso non è troppo grave, ma è sufficiente a condizionare una tennista che lotta per vincere il suo primo Slam. “Ho sentito dolore. Dopo un match come questo andrà ancora peggio, ma io mi impegnerò al massimo e vedremo che succede. La mia avversaria? Adesso il problema è il recupero alla caviglia. Di sicuro scenderò in campo. Il medico ha detto che può esserci un po' di rischio perché giocherò su un infortunio, ma credo che andrà bene”. Non sappiamo se Simona vincerà il suo primo Slam a Melbourne, o se mai ce la farà. Però oggi è una giocatrice nuova, capace di trovare forza nella sua interiorità. Prima, la mente era soprattutto una debolezza. “In questo momento non voglio pensare al tennis – ha sorriso ai giornalisti – adesso penso a dormire e alla cioccolata. Sì, ho proprio bisogno di una cioccolata calda”. Ma contro la Osaka, rinvigorita dalla cura di Sascha Bajin (che da sparring partner si è reinventato nel ruolo di coach), avrà bisogno di giocare una grande partita. Avrà bisogno di un grande cuore, perché il corpo non potrà darle tutto quello che servirà.

AUSTRALIAN OPEN DONNE – Terzo Turno
Simona Halep (ROM) b. Lauren Davis (USA) 4-6 6-4 15-13

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