LA CAPACITÀ DI CORREGGERSI
Pur rappresentando il Giappone, Naomi vive e si allena negli Stati Uniti. Il padre è haitiano, la mamma giapponese, il miscuglio di razze rappresenta un orgoglio. Ogni volta che ne può parlare, lo fa con entusiasmo. Ad esempio, ha raccontato il tempo trascorso Long Island, New York, dove ha conosciuto i familiari del padre. Risiede in Florida, ma si sente a casa nella Grande Mela. Resta la barriera linguistica con i connazionali: a parte qualche parola, fatica ad abbatterla. Da un paio d'anni, ormai, il siparietto si ripete a quasi ogni conferenza stampa. “È un po' stressante, ma forse a Miami proverò a ricominciare. Ok, domani. O forse dopodomani”. Per adesso, salvo qualche “arigatò” accompagnato da un rispettoso inchino, non ha ancora pronunciato neanche una parola in giapponese. Ma i giornalisti sono contenti, anche quelli con gli occhi a mandorla. Basta che continui a parlare. La partnership con Bajin è nata nel periodo di offseason, dopo che con David Taylor non era andata troppo bene. Lui aveva una gran voglia di abbandonare i panni dello sparring partner, essere considerato un coach a tutti gli effetti. Le referenze di Serena Williams sono una garanzia e gli erano servite a siglare accordi con Wozniacki e Azarenka, ma era un po' ingabbiato nel suo ruolo. Hanno effettuato qualche giorno di allenamento, ed è rimasto impressionato. “Ho sempre pensato che Naomi avesse un grande potenziale, ma ritenevo che fosse arrogante perché non parla molto – dice Bajin – invece mi ha sorpreso: è molto dolce e ha un raro senso dell'umorismo. È dotata di sarcasmo, si prende in giro da sola ed è divertente avere a che fare con lei”. I progressi più importanti sono arrivati nella costanza, nella voglia di lavorare. Adesso sa correggere le cose che non vanno, sia durante gli allenamenti che in partita. Bajin la invita ad essere positiva, ma a non pensare troppo.