Sono gli Us Open lo scenario preferito per le rimonte dell’attuale numero 12 del mondo: ben 3 i comebacks firmati in 3 anni diversi.
Nel 2012 toccò al francese Edouard Roger-Vasselin, estromesso all’esordio con lo score di 3-6 5-7 6-4 6-4 7-5. Una stagione fortunata quella di 8 anni fa, che vide Fogna conquistare le prime finali Atp in carriera oltre che a chiudere l’anno nei top 50. Quella con il transalpino fu una battaglia che gli consentì di spingersi sino al terzo turno, dove venne battuto da un Andy Roddick al suo ultimo torneo in carriera.
3 anni più tardi, nel 2015, la rimonta più celebre, quella che forse segnò il definitivo passaggio dal talento in erba mai esploso del tutto al campione che tuttora possiamo ammirare. In un terzo turno di fuoco, Fognini ebbe la meglio dell’allora numero 8 del mondo Rafael Nadal, rimontato con un parziale che lo vedeva in vantaggio di due set ed un break sia nel terzo che nel quarto parziale. Una partita che rimarrà impressa nella mente del ligure come uno dei picchi più alti toccati in carriera: fino a quel momento il maiorchino non aveva mai perso quando si era trovato in vantaggio di due set in una prova Slam. 3-6 4-6 6-4 6-3 6-4 di pura adrenalina, di grande tennis che permise a Fognini di ottenere il primo successo sullo spagnolo sul cemento. In quell’edizione Fabio ottenne il suo miglior piazzamento agli Us Open, spingendosi sino agli ottavi dove fu estromesso da Feliciano Lopez.
L’anno successivo l’azzurro replicò l’impresa, certamente meno complicata vista la caratura dell’avversario, contro Teymuraz Gabashvili: nonostante il tanto nervosismo iniziale, Fabio riuscì a superare l’esordio con il punteggio di 6-7 3-6 7-6 7-5 6-4, prima di soccombere allo spagnolo David Ferrer nel turno successivo.