I SEGNALI DI SASCHA
Nel secondo, gli è bastato un break al quinto game per centrare un posto nei quarti. Se fatica – e molto – negli Slam, “Sascha” è implacabile nei Masters 1000. Lo scorso anno ne ha vinti un paio (Roma e Montreal), ed è in questi tornei che ha costruito una splendente classifica al numero 5 ATP. Quella tra Zverev e Kyrgios è una rivalità dalle interessanti potenzialità, ma molto dipende dall'australiano. Dolorante alla schiena, sul 5-2 nel primo set ha chiamato il fisioterapista, salvo poi non farsi trattare. Il noto giornalista americano Steve Tignor lo definisce “prevedibilmente imprevedibile”. Questa definizione rappresenta il suo più grande limite: per diventare un top player in pianta stabile, diciamo da top-5, l'australiano deve garantire un rendimento minimo standard, magari prendendo spunto da Zverev. Se togliamo il (grosso) problema negli Slam, che però è di natura soprattutto mentale, il tedesco gioca un tennis tanto prevedibile quanto efficace. Stavolta ha espresso al meglio quello che ci si attende da lui. Grandi botte, ottimo timing, costante ricerca degli angoli. Le rotazioni di Kyrgios non hanno messo in difficoltà le sue botte piatte: quando Nick ha iniziato a borbottare tra sé e sé, si è capito che il match era finito. Il 2018 non è iniziato benissimo per Sascha, ma stanno arrivando segnali importanti. E poi è motivato dalla presenza in tribuna del suo super-fan Felix, un ragazzino di sette anni che lo segue in ogni partita e che ha avuto la possibilità di palleggiare con lui, nonché avere in omaggio alcuni gadget. Spesso sono i dettagli a fare la differenza.