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Quattro anni dopo, Bracciali torna a vincere

Finisce l'incubo di Daniele Bracciali: dopo quasi tre anni di sospensione forzata, all'undicesimo torneo dal rientro, si aggiudica il Challenger di Perugia insieme a Matteo Donati. Salirà intorno al n.225 del ranking di specialità: la sua è una corsa contro il tempo, perché a breve gli scadrà il ranking protetto. Tuttavia, la qualità delle sue prestazioni fa ben sperare.

È curioso che il successo arrivi nel giorno del 37esimo compleanno di Potito Starace, il giocatore con cui ha condiviso pagine importanti sul campo da tennis e – suo malgrado – anche nelle aule dei tribunali sportivi e ordinari. Ma se il campano ha appeso la racchetta al chiodo, dedicandosi all'insegnamento e dilettandosi con il padel (anche se per poco non si qualificava agli Internazionali BNL d'Italia insieme a Flavio Cipolla), Daniele Bracciali ha una voglia matta di tornare protagonista. All'undicesimo torneo dopo il rientro, “Braccio” si è aggiudicato il torneo Challenger di Perugia in coppia con Matteo Donati. In una finale equilibrata, come spesso accade a quei livelli, la coppia azzurra ha superato Tomislav Brkic e Ante Pavic con il punteggio di 6-3 3-6 10-7. Il rientro di Bracciali è una “storia”: soltanto chi ha seguito (e noi lo abbiamo fatto) l'infinita vicenda processuale che lo ha riguardato per le presunte combine, sa quanto abbia patito per quella che – nei fatti – è stata una sospensione di quasi tre anni dall'attività internazionale. Se la vicenda italiana ha avuto aspetti quasi grotteschi (quattro gradi di giudizio dopo una sentenza di radiazione in giustizia sportiva, mentre in sede penale è arrivata l'immediata assoluzione), l'ATP lo ha tenuto fermo fino a pronunciamento del Tribunale di Cremona. E allora, pur scalpitando, l'aretino ha dovuto aspettare il 2018 per rientrare almeno nel circuito Challenger, forte di un discreto ranking protetto che però gli scadrà tra poco più di un mese. Per questo, il successo a Perugia ha un grosso valore perché gli consentirà di scalare una settantina di posizioni nel ranking di specialità. Attualmente numero 293 ATP, salirà intorno al n.225 e adesso giocherà più tornei possibili in modo da avvicinarsi all'obiettivo top-100, traguardo minimo per chi aspira a giocare gli Slam. Grazie al ranking protetto, Bracciali ha potuto giocare Roland Garros e Wimbledon, sempre in coppia con Andreas Seppi.

LA NECESSITÀ DI UN PARTNER FISSO
Ma se a Londra c'è stata il ritiro immediato per un infortunio di Seppi, a Parigi hanno vinto due buone partite e giocato alla pari contro Kontinen-Peers, una delle coppie più forti al mondo. È stato proprio il Roland Garros a convincere Bracciali che ci può essere ancora (tanto) spazio per lui nel tennis che conta. Il talento e le movenze del doppista non sono mai state in discussione, e l'età non è un grosso problema. D'altra parte c'è un Mike Bryan, suo coetaneo, che ha appena vinto Wimbledon in coppia con Jack Sock. E c'è l'esempio di Daniel Nestor, classe 1972, che soltanto quest'anno ha avuto un netto calo di rendimento e alzerà bandiera bianca tra un paio di mesi. Più in generale, l'età media dei top-player di doppio è molto alta: sei degli attuali primi undici del ranking di doppio hanno più di 35 anni. Per questo, Bracciali può tranquillamente riavvicinarsi ai picchi di rendimento di qualche anno fa. Ricordiamo che è stato numero 21 nel ranking di specialità e ha vinto la bellezza di 35 tornei: 6 Futures, 25 Challenger (compreso quello di Perugia) e quattro tappe ATP: Milano 2005 insieme a Giorgio Galimberti, San Pietroburgo 2010 e l'accoppiata Kitzbuhel-Bucarest nel 2011, insieme a Potito Starace. Sempre con il campano, ha raggiunto il suo miglior risultato in un torneo del Grande Slam, la semifinale a Parigi nel 2012. Dopo questo successo, Bracciali cercherà di giocare più tornei ATP possibile nella speranza di migliorare la classifica e poter giocare almeno i Challenger quando gli scadrà il ranking protetto. Chi lo ha visto giocare, sa che il rendimento non è un problema. L'unica difficoltà può essere rappresentata dall'assenza di un partner fisso. L'ultimo è stato proprio Starace, con il quale ha vinto moltissimo anche nel circuito Challenger. Da quando è rientrato, Donati è stato l'ottavo partner in appena undici tornei. Ma è un problema di classifica: quando il ranking sarà nuovamente a posto, “Braccio” non dovrebbe avere grosse difficoltà per far partire un progetto nuovo. A 40 e una vita tutta nuova (tre anni fa è diventato padre di Nicolò), è davvero una missione affascinante.

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