La scelta di giocare sulla terra battuta potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio. Alla vigilia delle convocazioni di Yannick Noah per la finale contro la Croazia, il capitano francese deve fronteggiare una carenza di uomini che rischia di obbligarlo a determinate scelte. Nonostante la Francia abbia ben nove top-100 ATP, le pre-convocazioni di Noah e l'ultimo episodio riguardante Richard Gasquet rischiano di "stabilire" il team a tavolino. Ma andiamo con ordine. Qualche giorno fa, aveva stilato una lista dei sei giocatori, dai quali avrebbe attinto per le convocazioni. Esclusi Gilles Simon, Gael Monfils e Benoit Paire. La rinuncia a Monfils era nell'aria perché quest'anno non aveva fatto parte del progetto, mentre sorprende la scelta tecnica di escludere il giocatore più in forma di tutti, Gilles Simon. Si fosse giocato su una superficie diversa, probabilmente il ventaglio sarebbe stato ben più ampio. Escluso anche Benoit Paire, che pure era entrato nel team durante la semifinale contro la Spagna e aveva avuto un buon impatto. La lista comprendeva sei giocatori, ma nella giornata di lunedì è sopraggiunto il forfait di Richard Gasquet, la cui candidatura come singolarista era molto forte. All'ora di pranzo di lunedì, mentre la squadra ha iniziato il ritiro pre-finale, Gasquet ha ufficializzato la sua rinuncia con un post su Twitter, in cui peraltro non ha rivelato la natura del suo infortunio. E pensare che pochi giorni fa, a Parigi Bercy, aveva rilasciato dichiarazioni speranzose, “Non ero al top in allenamento, ma erano piccole cose, niente di serio – aveva detto dopo la sconfitta contro Jack Sock – ho solo bisogno di 2-3 giorni di riposo e sono sicuro che sarà al 100%”. Non è andata così. Secondo la stampa francese, il problema sarebbe un principio di pubalgia.