SENSAZIONI CONTRASTANTI
Ma se Nick è imprevedibile, Murray è solitamente un esempio di resistenza e preparazione atletica. Invece, allo scoccare delle due ore di gioco, il suo corpo chiedeva pietà. “E pensare che avevo superato di appena 10-15 minuti il tempo di un allenamento. Devo vedere cosa succederà nei prossimi giorni e parlare con il mio team. Francamente, non so quale sia la cosa migliore per me, adesso”. Per un paio di set ha colpito la palla molto bene e si muoveva con agio. A tratti, non ha dato l'idea di essere fermo da un anno. Certo, gli spostamenti laterali erano una croce. E poi l'anca gli ha creato qualche problema: nel terzo set, la percentuale di prime palle è scesa drasticamente perché non trovava l'esatto punto d'impatto. Il match è stato comunque godibile, aiutato dalla splendida atmosfera del Queen's Club. Andy ha annullato un paio di matchpoint sul 4-5, ma è crollato nell'ultimo game, alzando bandiera bianca con l'ultimo doppio fallo. Kyrgios lo ha riempito di alibi: "Non era neanche vicino al suo miglior livello. Però il suo rovescio resta un gran colpo, così come la risposta al servizio. Mi sembrava a posto. Se domattina si sveglierà a posto, sarà un successo. Ma bisognerà capire come starà nei prossimi giorni”. Come è noto, l'anca è una parte del corpo molto delicata per i tennisti. C'è chi ci ha rimesso una carriera, come Guga Kuerten. Rientrare dopo un'operazione del genere non è semplice, per questo Murray deciderà il da farsi giorno dopo giorno. Certamente, i colpi e la condizione atletica sono incoraggianti, mentre è da rivedere il servizio. 16 ace sono un buon bottimo, ma otto doppi falli fanno pensare che gli automatismi non siano ancora a posto. Anche la resistenza non è ottimale, ma è una questione di tempo. Difficile esprimersi sul domani: se davvero non si sentisse pronto, rinunciare a Wimbledon – per quanto doloroso – potrebbe anche essere una scelta saggia.
ATP QUEEN'S – Primo Turno
Nick Kyrgios (AUS) b. Andy Murray (GBR) 2-6 7-6 7-5