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Maria prova a uscire dall'ombra

Maria Sharapova torna a farsi vedere: arrivata a Madrid dopo quattro sconfitte di fila (non le accadeva dal 2003!) è agli ottavi di finale dopo due buone vittorie contro Mihaela Buzarnescu e Irina-Camelia Begu. Troppo poco per parlare di rinascita, ma finalmente arriva qualche segnale incoraggiante. La scelta di cambiare allenatore dimostra che le motivazioni ci sono ancora.
L’immagine in apertura è particolarmente suggestiva. Grazie ai giochi di luce tipici della Caja Magica di Madrid, Clive Brunskill, uno dei fotografi di Getty Images che girano il mondo seguendo i circuiti ATP e WTA, ha immortalato Maria Sharapova esattamente a metà fra la luce e l’ombra: una sintesi perfetta del periodo che la russa sta attraversando. Il personaggio è sempre in luce, perché resta fra le più famose e tifate in assoluto, mentre l’atleta sta attraversando un periodo di buio, che da Madrid vuol provare a lasciarsi alle spalle. Si è presentata in Spagna con una striscia aperta di quattro sconfitte consecutive, come non le accadeva addirittura dal 2003, quando aveva 16 anni e giocava i suoi primi tornei WTA, ma finalmente è tornata a mostrare dei segnali incoraggianti. Al primo turno “Masha” ha vinto un buon match contro Mihaela Buzarnescu, provata dalle fatiche di Praga ma apparsa in ottima condizioni in Repubblica Ceca, e all’indomani si è ripetuta superando per 7-5 6-1 l’altra rumena Irina-Camelia Begu, che col torneo madrileno ha un ottimo feeling (è arrivata due volte ai quarti) e all’esordio aveva fatto fuori la campionessa del Roland Garros Jelena Ostapenko. Due vittorie non banali che – anche se è presto per cantar vittoria – sono tornate a mostrare una Sharapova combattiva, come se la scelta di affidarsi di nuovo a Thomas Hogstedt, sotto la cui guida è diventata competitiva anche sulla terra battuta tanto da vincere a Parigi l’ultimo Slam che le mancava, stia iniziando a pagare. Dire addio a Sven Groeneveld, che le era stato accanto anche nel periodo della squalifica, non dev’essere stato facile, ma evidentemente la russa si è resa conto di aver bisogno di una scossa, per tornare a ruggire come un tempo e ritrovare quell’aura che, secondo Martina Navratilova, conta più del suo livello di gioco. Il lungo stop per il caso Meldonium gliel’ha fatta smarrire, e le tante sconfitte rimediate negli ultimi dodici mesi non hanno aiutato la sua immagine nei confronti delle avversarie, ma c’è ancora tempo per metterci una pezza.
QUESTIONE DI ABITUDINE
Quando si fanno certi cambiamenti – ha detto la campionessa del Mutua Madrid Open 2014, riferendosi al ritorno con Hogstedt –, l’obiettivo è sperare che possano portare qualcosa di positivo. Non significa necessariamente che prima le cose non stessero andando bene, si può cambiare anche quando si ritiene che possano andare ancora meglio”. Attribuire un paio di vittorie alla mano di Hogstedt sarebbe ingeneroso, ma i numeri dicono che una differenza importante fra la Sharapova di Madrid e quella degli ultimi dodici mesi la sta facendo l’efficacia in risposta, qualità che in passato è sempre stata fra le chiavi del suo tennis. “Credo che sia dato dalle mie capacità di reazione, e dalla coordinazione occhio-mano. È qualcosa che non si può realmente replicare in allenamento, si allena giocando il maggior numero possibile di incontri. Il mio problema è che nell’ultimo periodo non ne ho disputati così tanti”. Contro la Begu è stata brava: ha rimontato un break di svantaggio in entrambi i set e nel secondo ha letteralmente dominato, aggiudicandosi 20 degli ultimi 22 punti dell’incontro. “Dover recuperare ha complicato le cose, ma anche se nel primo set non ho trovato il mio miglior tennis ho lottato, ho vinto alcuni punti difficili e mi sono creata un’opportunità. E alla fine ho fatto tutto bene: sono stata aggressiva, ho risposto molto meglio e trovato profondità”. La scelta di cambiare allenatore dimostra che Maria – attesa agli ottavi da Kristina Mladenovic – ha ancora le motivazioni per tornare grande, e che il sogno di vincere di nuovo un torneo del Grande Slam non è solamente una dichiarazione di facciata. Ci crede per davvero. “Cerco di migliorarmi in continuazione, sotto ogni aspetto. È sempre interessante passare da un torneo all’altro ponendosi dei piccoli obiettivi, e sperando che il lavoro svolto possa dare i suoi frutti. È meraviglioso vedere il risultato del proprio impegno, perché è ciò per il quale noi atleti lavoriamo”. Negli ultimi dodici mesi lei l’ha visto raramente, ma chissà che un buon risultato a Madrid non possa aiutarla. Magari per tornare grande sul serio ha solo bisogno di sbloccarsi e andare in fondo in un grande torneo, per provare di nuovo quel feeling impareggiabile. Il resto, per una big come lei, viene di conseguenza.
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