Marco Caldara
17 September 2018

Maria getta la spugna: bye bye 2018

Curiosa decisione di Maria Sharapova: pur senza alcun infortunio, la russa ha scelto di chiudere in anticipo il suo 2018, con l'obiettivo di prepararsi alla grande per la prossima stagione. L'impressione è che non sia soddisfatta della sua carriera dal rientro dopo la sospensione per doping, e c'è da darle ragione: quest'anno ha vinto solo 20 incontri.
Non è ancora arrivato un annuncio via social, ormai unico mezzo (o quasi) utilizzato da giocatori e giocatrici per comunicare con tifosi e media, ma le entry list dei tornei che separano il circuito WTA dalle Finals di Singapore non lascia dubbi: Maria Sharapova ha deciso che per la sua stagione può bastare così. I ben informati dicono che dietro alla scelta di cancellarsi da tutti gli ultimi tornei del 2018 non ci sia alcuna ragione fisica, come confermerebbe il video di un allenamento intensivo in palestra postato in serata su Twitter dalla stessa giocatrice, bensì il desiderio di ricaricare le batterie e presentarsi al 100% al via della nuova stagione. Si tratta di una scelta curiosa, visto che per “Masha” significa saltare sia la trasferta in Asia, dove il suo brand di caramelle Sugarpova fa affari d’oro, sia rinunciare al torneo di Mosca, uno dei soli due appuntamenti di un certo livello che si giocano sulla sua Russia, ma la ragione alla base è facile da intuire, e persino condivisibile. La siberiana non è soddisfatta di come la sua carriera si sta evolvendo dopo il rientro dallo stop per il noto caso Meldonium, e ha deciso di optare per la terapia d’urto. Basta tornei fino al 2019 (dovrebbe ripartire da Shenzhen), sostituiti da tre mesi e mezzo di allenamento, in primis dal punto di vista fisico, il più carente nell’ultimo anno e mezzo. L’obiettivo è tirarsi a lucido e capire se a 31 anni, dopo un paio di stagioni così così, c’è davvero la possibilità – e anche la voglia – di tornare sul serio la giocatrice conosciuta fino all’Australian Open 2016. La passata stagione era stata un mezzo fallimento, con la sola soddisfazione del titolo nell’International di Tianjin, e non è che questa sia andata meglio: Maria è risalita fino al numero 24 della classifica mondiale, ma nei soli undici tornei disputati ha raccolto appena una ventina di successi, pochi per una abituata a ben altri risultati.
50% TENNISTA, 50% IMPRENDITRICE
La piccola crisi incontrata fra Melbourne e Stoccarda, con quattro sconfitte consecutive, era stata cancellata da un’ottima stagione sulla terra battuta, con i quarti a Madrid e Parigi e la semifinale al Foro Italico, ma nei tornei successivi non sono arrivati i risultati sperati. A Wimbledon ha perso all’esordio, in Canada si è arresa al terzo turno e allo Us Open è crollata a un passo dai quarti di finale, salutando contro Carla Suarez Navarro la sua lunghissima imbattibilità nella sessione serale a New York. Da lì, probabilmente, la scelta di chiudere l’anno in anticipo per lavorare ancora più duramente, e provare a ritrovare anche dal punto di vista sportivo quel successo che nella sua vita continua a essere un punto fermo. Campo a parte, infatti, tutto sta andando a gonfie vele: Sugarpova non è mai stato così in salute, la sua autobiografia “Unstoppable” continua a vendere copie su copie e a oltre due anni di distanza si può dire che il caso Meldonium non ha cambiato il peso del personaggio Sharapova. È vero che le è costato parecchio dal punto di vista economico, visto che dopo ben undici anni ha perso lo scettro di atleta donna più pagata al mondo, scivolando addirittura al sesto posto, ma il suo volto continua a essere ambitissimo. Dopo lo Us Open è rimasta nella Grande Mela per la settimana della moda newyorkese, partecipando come ospite a vari eventi e aggiungendo qualche altro mattoncino a una transizione dal mondo sportivo a quello del business che col passare dei mesi prende sempre più forma. Una volta Maria era al 90% una tennista e al 10% un’imprenditrice, mentre oggi le due facce della medaglia sono arrivate quasi a equivalersi, anche secondo il numero degli impegni. Ma uno stop che può apparire come un segnale di resa è invece un simbolo della sua voglia, ancora viva, di tornare fra le grandi del tennis.
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